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Mer. Gen 22nd, 2025

Ridurre le liste d’attesa? Servono interventi strutturali

Il tema delle liste d’attesa rappresenta una delle principali criticità del Servizio Sanitario Nazionale e la Regione Piemonte non fa eccezione. Con l’arrivo di Thomas Schael, nuovo commissario di Città della Salute e della Scienza di Torino, la sanità piemontese è al centro di un acceso dibattito.

L’annuncio di misure volte alla riduzione delle liste d’attesa, come la sospensione temporanea dell’attività intramoenia, ossia le prestazioni private offerte dai medici negli ospedali pubblici, ha generato reazioni contrastanti tra professionisti sanitari e cittadini.

Claudio Delli Carri, Segretario Regionale del Nursing Up Piemonte e Ivan Bufalo, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino, si sono espressi in merito all’argomento.

Liste d’attesa: riforma necessaria ma parziale

Delli Carri ha evidenziato come la carenza del personale sanitario, in particolare infermieristico, sia una delle principali emergenze. «Le dichiarazioni del commissario Schael riportano al centro del dibattito pubblico una questione cruciale: l’accesso equo e universale alle cure. Tuttavia, affrontare il problema delle liste di attesa esclusivamente attraverso lo stop alla libera professione intramoenia rischia di essere una risposta parziale e temporanea a una crisi ben più profonda.

In Piemonte, la vera emergenza è la carenza di personale sanitario, in particolare di infermieri e professionisti sanitari, che rappresentano l’ossatura operativa del sistema. Senza un piano strutturale per colmare questa mancanza, qualsiasi misura rischia di essere inefficace. Le liste di attesa non si riducono solo con provvedimenti di questo tipo, ma attraverso un potenziamento reale delle risorse umane e una migliore organizzazione del lavoro.

Chiediamo che il commissario Schael, al suo arrivo a Torino, metta al centro delle sue priorità non solo il miglioramento dei tempi di attesa, ma anche l’investimento su chi ogni giorno si fa carico del funzionamento del sistema sanitario. Le aperture serali e nel fine settimana, come proposto, sono utili ma necessitano di personale adeguato, che oggi manca. Non possiamo continuare a sopperire a queste carenze gravando ulteriormente sugli infermieri già esausti per turni massacranti e condizioni di lavoro insostenibili.

Il Nursing Up è pronto a confrontarsi con il nuovo commissario per garantire che le misure intraprese non siano solo emergenziali, ma parte di una visione a lungo termine che restituisca dignità al lavoro degli infermieri e sicurezza ai cittadini, che hanno il diritto di accedere a cure tempestive e di qualità».

Gli infermieri come risorsa imprescindibile

Bufalo, dal canto suo, ha posto l’accento sull’importanza di garantire prestazioni sanitarie nei tempi previsti dalla legge e, ove possibile, migliorare l’organizzazione. «È importante garantire prestazioni sanitarie entro i tempi previsti dalla legge e anzi, qualora fosse possibile ottimizzare l’organizzazione per, non solo abbattere le liste d’attesa, non solo per risolvere quelle questioni assolutamente fuori legge, ma garantire servizi e prestazioni in tempi ottimali ai cittadini. È una cosa buona anche tenendo conto del fatto che diagnosi precoci sono favorevoli rispetto agli esiti dei trattamenti sanitari».

Gli infermieri, in particolare, sono fondamentali per l’erogazione delle cure. «L’abbattimento delle liste d’attesa e il miglioramento delle prestazioni sanitarie non sono d’esclusiva appannaggio medico, poiché per molte tipologie di esse, la figura degli infermieri e la presenza dell’infermiere, quindi la prestazione infermieristica è imprescindibile. Tanto i medici quanto gli infermieri, quanto le altre professioni tecniche sanitarie dovranno essere messe nella condizione di poter contribuire al raggiungimento degli obiettivi aziendali attraverso una congrua programmazione delle prestazioni lavorative, includendo la possibilità di attività extra orario, remunerate adeguatamente, che permettano a tutti gli infermieri di partecipare sulla base delle competenze acquisite e non solo come in passato, relegando la partecipazione infermieristica ad alcune aree operative».

«L’intera comunità professionale infermieristica della Città della Salute dev’essere valorizzata come risorsa utile, imprescindibile per garantire cure sicure, di qualità e per raggiungere gli obiettivi prefissati dal nuovo Direttore Generale. La congrua remunerazione, inoltre, l’accompagniamo sempre all’offerta di cure di qualità. Una qualità e una sicurezza di cui l’infermiere è un costante garante».

Sospendere l’attività intramoenia per migliorare i servizi pubblici

La sospensione temporanea dell’attività intramoenia è una delle proposte più discusse. Bufalo ha commentato: «È chiaro che vedo con favore la possibilità pro tempore di sospendere l’attività intramoenia per compensarla con attività istituzionale, ancorché svolta fuori orario di servizio e pagata direttamente dall’ASL a cifre pertinenti al valore delle prestazioni extralavorative e non pagata dal cittadino intramoenia. Il punto è che il cittadino che va in intramoenia semplicemente sta andando a fare una visita privata dentro un ospedale pubblico. I cittadini hanno il diritto col pagamento del ticket a ottenere la prestazione dovuta nei tempi dovuti, mentre il congruo compenso dei sanitari dovrebbe essere ad esclusivo carico dell’istituzione pubblica attraverso il contributo della collettività».

Verso un sistema sanitario più efficiente

Le dichiarazioni di Delli Carri e di Bufalo mettono in luce la complessità delle sfide che attendono il commissario Schael. Le decisioni prese devono essere accompagnate da interventi strutturali per risolvere le criticità del sistema sanitario piemontese. Si continua a guardare avanti verso la costruzione di un sistema capace di rispondere alle esigenze dei cittadini, valorizzando, al contempo, chi opera ogni giorno in prima linea.

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