È guerra di trincea quella tra i sindacati per il nuovo contratto nazionale sanità. La bozza del Ccnl Sanità 2022-2024, che in questi giorni è in fase di trattativa dopo la fumata nera di gennaio, sta sollevando divergenze tra i sindacati. Condizioni economiche e prospettive di carriera per infermieri e professionisti sanitari sono al centro delle criticità.
Se da un lato, firmare la bozza contrattuale, sarebbe stata una conquista importante per oltre 500mila dipendenti del comparto Sanità, dall’altro, alcune sigle, tra cui Nursing Up Piemonte hanno espresso le loro perplessità, ritenendo insufficienti le misure atte a garantire un adeguato riconoscimento della categoria.
«Siamo stati i primi a mobilitarci per i diritti di infermieri e professionisti sanitari – in una nota stampa afferma Claudio Delli Carri, segretario regionale Nursing Up Piemonte –. Talvolta, dire no significa opporsi a condizioni che non riconoscono il valore della nostra professione. Il tema non è l’introduzione di nuove figure, ma la valorizzazione di chi già opera con competenza nel sistema sanitario».
La questione economica
Il sindacato chiarisce inoltre che il mancato via libera alla bozza attuale non comporterà alcuna perdita economica per gli infermieri del pronto soccorso.Gli aumenti destinati agli operatori dell’emergenza-urgenza, precisa Delli Carri, «sono già stati stanziati per legge. Avranno effetto retroattivo, indipendentemente dalla data di firma del contratto».
Dal 2021, Nursing Up ha promosso 22 manifestazioni in tutta Italia per chiedere maggiori risorse per gli infermieri e le altre professioni sanitarie. Le istanze del sindacato sono state portate all’attenzione di Prefetti, Presidenti di Regione e Governo. L’obiettivo perseguito era sollecitare interventi concreti a favore della categoria.
Criticità del contratto
Al centro delle criticità c’è l’introduzione dell’assistente infermiere. La figura mina le competenze degli operatori già in servizio. Inoltre, il sistema di avanzamento di carriera esclude i professionisti sanitari ad accedere all’area di elevata qualificazione.
«Non accetteremo compromessi al ribasso – conclude Delli Carri -. Chi oggi ci accusa di immobilismo dovrebbe spiegare ai colleghi perché sarebbe giusto accettare un contratto che lascia indietro più della metà degli infermieri. Noi non facciamo differenze. Continueremo a lottare affinché tutti i professionisti sanitari abbiano le stesse opportunità e il riconoscimento che meritano».