La tartuficoltura piemontese, settore che valorizza il tartufo, nonostante sfide significative, legate soprattutto ai cambiamenti climatici, sta mostrando segni di resilienza e innovazione, grazie a strategie mirate e all’impegno delle nuove generazioni. Un’importante occasione per fare il punto sulla situazione è stata offerta dagli Stati Generali della Tartuficoltura. Questi ultimi sono stati convocati ad Alba, in concomitanza con la chiusura della 94ª Fiera Internazionale del Tartufo Bianco. Uno degli appuntamenti più rilevanti per valorizzare il prezioso Tuber magnatum Pico.
La qualità del tartufo resiste, ma le quantità calano
Le ultime stagioni hanno evidenziato una chiara vulnerabilità del tartufo ai fenomeni estremi legati al clima. Dopo due annate segnate dalla siccità, la raccolta di quest’anno, pur beneficiando di abbondanti piogge, non ha raggiunto le aspettative in termini quantitativi. Questo andamento, sottolineato durante la Consulta regionale per la valorizzazione del patrimonio tartufigeno, evidenzia la necessità di un approccio sistematico per proteggere il tartufo e il suo ambiente naturale.
La Regione Piemonte ha definito tre azioni principali per tutelare e valorizzare la produzione di tartufi. La prima riguarda la posticipazione della raccolta del tartufo bianco, iniziata quest’anno ai primi di ottobre. Una scelta condivisa da trifolao e operatori del settore per garantire una maggiore sostenibilità.
Un secondo intervento punta a incentivare i proprietari di terreni con tartufaie produttive. Fornisce così un’indennità annuale fino a 450 euro per ettaro per la manutenzione e la cura degli alberi. Questa misura si inserisce in un più ampio progetto di tutela del patrimonio arboreo, fondamentale per la crescita dei tartufi.
Il terzo punto riguarda il recupero delle tartufaie in declino. Dal prossimo anno, quindi, saranno disponibili fondi destinati a interventi di gestione forestale volti a incrementare la produzione. Inoltre, sono previste agevolazioni per la creazione di nuovi impianti e la promozione della biodiversità nei terreni agricoli.
La “Carta delle attitudini alla produzione di tartufi”
Un altro strumento fondamentale è rappresentato dalla nuova “Carta delle attitudini alla produzione di tartufi”, presentata dagli esperti dell’Ipla. Questo documento offrirà una mappatura dettagliata delle aree piemontesi con maggiore potenzialità tartufigena. I comuni saranno così aiutati a progettare reti ecologiche e orientando l’allocazione delle risorse regionali.
L’importanza delle fiere e dei mercati come veicolo promozionale è stata ampiamente discussa. Eventi come la Fiera di Alba, i programmi del Circuito del Tartufo Bianco del Basso Monferrato e il primo mercato estivo del tartufo nero, previsto per giugno a Murisengo, sono strumenti essenziali per accrescere l’appeal turistico e destagionalizzare l’offerta.
Il futuro del tartufo: i giovani trifolao
Durante la giornata si è guardato al futuro con il convegno “Tuber next gen”, che ha dato spazio ai “trifolao di domani”. Questa nuova generazione è stata arruolata nella difesa del tartufo. L’obiettivo è quello di creare una rete solida e promuovere standard di qualità elevati lungo tutta la filiera. La loro partecipazione è considerata cruciale per affrontare le sfide del settore. Garantendo così la sostenibilità di un prodotto che rappresenta un simbolo dell’eccellenza piemontese.
La giornata si è chiusa con l’impegno condiviso di continuare a lavorare per proteggere un patrimonio non solo economico, ma anche culturale e ambientale. La collaborazione tra istituzioni, associazioni, ricercatori e giovani trifolao rappresenta una chiave per garantire un futuro al tartufo, nonostante le difficoltà imposte dal clima che cambia.