Il tema della desertificazione bancaria nelle aree montane del Piemonte non è nuovo, ma continua a essere di cruciale importanza. Con numeri sempre più allarmanti, si conferma la necessità di interventi concreti per preservare un servizio essenziale per la popolazione e le imprese locali.
Una tendenza preoccupante
I dati più recenti tracciati dall’Osservatorio della Montagna evidenziano che il 75,5% dei comuni montani piemontesi – pari a 369 su 489 – è privo di uno sportello bancario, un balzo significativo rispetto al 62,2% del 2015. A oggi, oltre 237.000 abitanti delle terre alte non dispongono di alcun servizio bancario diretto, nemmeno un bancomat, aggravando i disagi per chi vive in queste aree. Parallelamente, il numero medio di sportelli per comune è crollato dallo 0,73% del 2015 allo 0,44% attuale.
Questo trend, comune a livello nazionale, è confermato anche da Banca d’Italia: nel 2023 oltre 800 sportelli sono stati chiusi in Italia, portando a una riduzione complessiva di oltre 10.000 sportelli negli ultimi dieci anni. Oggi più di 4 milioni di italiani vivono in aree senza agenzie bancarie. In Piemonte, solo il 37% dei comuni dispone ancora di una filiale, con il fenomeno particolarmente accentuato nei territori montani.
Discussioni e proposte per il futuro nell’ambito della desertificazione bancaria
Già in passato il tema è stato affrontato attraverso vertici e tavoli di confronto. In una recente riunione convocata dall’assessore regionale alla Montagna, Marco Gallo, sono state avanzate alcune proposte per mitigare l’impatto della desertificazione bancaria. Durante il vertice, cui hanno partecipato rappresentanti dell’Abi Piemonte e dell’Uncem, si è parlato di un protocollo etico per garantire alternative concrete alla chiusura degli sportelli nelle aree montane.
Secondo l’assessore Gallo «un patto etico per la montagna che funga da bussola per gli istituti di credito, per trovare soluzioni che non penalizzino ulteriormente le terre alte del Piemonte» ha affermato Gallo. Ha inoltre proposto un ampliamento del tavolo di lavoro a livello nazionale, con il Piemonte come regione apripista.
Le sfide della digitalizzazione
Anche l’home banking, pur rappresentando un’evoluzione importante, non può risolvere tutti i problemi legati alla chiusura degli sportelli fisici, specialmente in montagna. Qui, la connettività non sempre garantisce un accesso agevole ai servizi online, e la disponibilità di contante resta una necessità fondamentale per molte comunità.
Coinvolgimento e concertazione per evitare la desertificazione bancaria
Dal vertice è emersa l’importanza della concertazione con il territorio. Il presidente dell’Uncem, Marco Bussone, ha sottolineato la necessità di un dialogo più stretto tra le banche e le amministrazioni locali: «Ho riscontrato uno spirito propositivo che è quanto serve per evitare che le tante valli della nostra regione perdano un servizio essenziale come quello bancario anche ai tempi dell’home banking. Per puntare davvero al rilancio della montagna bisogna garantire la qualità della vita. Questa deve essere la nostra stella polare. Per questo abbiamo proposto un patto etico che impegni le banche a trovare sempre una soluzione alternativa alla chiusura»
L’Abi, pur riconoscendo la difficoltà di riaprire filiali in un contesto economico e normativo complesso, si è dichiarata disponibile a lavorare su soluzioni condivise. La proposta di un monitoraggio puntuale del territorio e di un tavolo permanente, che si riunirà a breve, segna un primo passo concreto verso un cambiamento di paradigma.
Il tema della desertificazione bancaria, già affrontato in passato, continua a richiedere attenzione e soluzioni innovative. Garantire servizi finanziari nelle aree montane non è solo una questione economica, ma una vera e propria “battaglia di civiltà” per preservare la vitalità di questi territori. Con un approccio collaborativo e l’impegno di tutte le parti coinvolte, è possibile invertire il trend e ridare centralità alle terre alte del Piemonte.
Fonte: Comunicato Stampa