Condividere la produzione e il consumo di energia da fonti rinnovabili è una delle frontiere per far fronte in modo più sostenibile ai fabbisogni energetici: in Italia è una modalità che si sta lentamente diffondendo, sia sotto forma di gruppi di autoconsumo (Ac) sul fronte dei privati sia come Comunità energetiche sul fronte delle piccole e medie imprese (Cer).
Dall’ultima relazione trimestrale su “Energia e clima in Italia” del Gse (Gestore servizi energetici), negli ultimi due anni si è assistito ad un aumento dei gruppi di autoconsumo collettivo (Ac) e delle comunità energetiche (Cer) in esercizio. Il Piemonte risulta la seconda regione, dopo il Veneto e a parità con il Trentino, per configurazioni di Ac/Cer autorizzate (11 in totale) a fine 2022.
«In un territorio come quello della città metropolitana, costellato di tanti comuni piccoli e piccolissimi, quella offerta dalle Cer è un’opportunità imperdibile – ha spiegato la consigliera Cambursano – da una parte perché va nella direzione della transizione energetica ormai non più rimandabile, dall’altra perché è concettualmente solidaristica e contribuisce a contrastare la povertà energetica, costituendosi come fattore sostenibile di sviluppo economico e sociale dei nostri territori».
CerTo, una regia unica per le comunica energetiche
Per fronteggiare le spese imposte dalla crisi energetica e per facilitare i processi di transizione energetica, le Cer possono rappresentare una soluzione concreta, che tuttavia deve essere organizzata da una regia coordinata, la Camera di Commercio di Torino con il supporto tecnico-scientifico dell’Energy Center del Politecnico di Torino, della Fondazione Links e del Consorzio Univer, ha presentato CerTo, un progetto finalizzato a definire un modello sperimentale di Cer.
Tra aprile e maggio la Camera di Commercio di Torino ha avviato una prima mappatura di attività economiche, cui hanno risposto 110 imprese del territorio, finalizzata a individuare due cosiddetti Contesti catalizzatori territoriali (Cocat), uno nell’area urbana e l’altro nell’area metropolitana. La scelta è caduta sui territori “Monterosa” e “Canavese”, con una iniziale manifestazione d’interesse, ad oggi, da parte di 12 imprese all’interno della zona urbana e di 6 in quella metropolitana, in corso di ampliamento.
Il progetto CerTo, che coinvolge moltissime realtà e istituzioni territoriali, proseguirà nei prossimi mesi con l’obiettivo di offrire proposte concrete e non limitarsi a studi di fattibilità. «Ora si tratta di passare da quella fase emergenziale a quella costruttiva, con una gestione condivisa delle necessità che coinvolga tutti i soggetti del territorio, a partire dalle imprese, che possono avere un ruolo non solo nell’acquisto aggregato di energia, ma anche nella sua produzione e offerta, nonché nella sfida della transizione» spiega Dario Gallina, presidente della Camera di Commercio di Torino.
Fonte: Camera di Commercio di Torino
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