Il 2019 è stato un anno decisamente altalenante per l’Italia. Tra crisi di governo e debito pubblico, anche l’economia risente di una fase di stallo, ragione per cui i fatturati delle imprese sono in calo. Nonostante a fine 2019 ci sia stato un piccolo miglioramento, sulla base annua la situazione economica italiana resta negativa. Troppa poca produttività, e una previsione futura incerta.
Imprese, ecco i settori in positivo e in negativo
Al di là dell’andamento prettamente negativo, legato alla scarsa produttività, emergono comunque dei dati positivi. Si tratta delle imprese legate ai settori della produzione di computer ed elettronica, che nel 2019 hanno visto un incremento del +8%. Anche l’industria del legno e della carta e stampa hanno chiuso in positivo, con un +7%. Bene anche il settore immobiliare (+2,6%) e quello della logistica e trasporti (+2,1%).
Tra le note dolenti del 2019 troviamo le aziende che si occupano di moda e abbigliamento, con un -5,4%, e le imprese metallurgiche con un -4,9%. Poca crescita anche per i settori legati all’editoria di periodici (-4%) e ai libri (-3,5%), entrambi penalizzati dalla scarsa domanda. Nonostante dei piccoli segnali di miglioramento, la situazione resta invariata rispetto al 2018, e conferma la fase di stallo e poca crescita dell’economia.
Previsioni future tra investimenti e manovre politiche
Una buona notizia è legata alla disoccupazione. Nel 2019, infatti, il numero di disoccupati è calato al 10%, il che fa sperare che nel 2020 possa diminuire ulteriormente. Dati che comunque non rasserenano gli italiani, anzi, molti tendono ad adottare la linea del risparmio, spendendo il giusto necessario per i beni primari, ed evitando grossi investimenti. Nell’anno appena concluso, infatti, il numero degli investimenti è calato a causa della sfiducia nelle imprese. I pochi che investono e investiranno, preferiscono farlo consapevolmente e affidarsi a degli esperti.
I dati raccolti dall’Istat preannunciano, quindi, che l’economia italiana nel 2020 sarà priva di grossi miglioramenti, e sarà destinata a restare in una fase stagnante. Non rimane quindi che aspettare, e vedere se le manovre proposte dal Partito Democratico, incentrate sulla crescita del lavoro e della produttività, porteranno a dei cambiamenti significativi.
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