La plastica è un materiale onnipresente nella vita di tutti i giorni. Grazie alla sua resistenza viene utilizzata per tutto, dai vestiti ai contenitori. Ma è così resistente che neanche il tempo la scalfisce. È per questo che, ancora oggi, troviamo sulle nostre spiagge rifiuti di plastica costruiti addirittura nel 1950. Savills, insieme ad Archeoplastica, ha organizzato una mostra gratuita dal 13 al 25 febbraio che si terrà presso il Centro Commerciale ll Gialdo. La sala sarà aperta dalle 8:30 alle 20:30, domenica compresa. Il progetto, chiamato Plastic Age, vuole sensibilizzare i cittadini a questo grave problema. Inoltre mostra i danni che la plastica non riciclata porta agli oceani e all’ambiente.
Dove finisce la plastica non riciclata?
Ormai siamo abituati a raccogliere la plastica in apposite buste o cassonetti, ma cosa succede alla plastica che viene buttata per terra o che non viene smaltita correttamente? Finisce nei nostri oceani, nel nostro terreno e, dopo anni, addirittura nel nostro cibo sotto forma di microplastiche! Per degradarsi, la plastica impiega anni: una bottiglia di plastica può rimanere integra nell’ambiente per 450 anni prima di sparire completamente.
In questi ultimi anni, il riciclo della plastica ammontava solo al 20% di quella smaltita. Per questo è fondamentale rispettare le 3 R: Ridurre, Riutilizzare, Riciclare, proprio per non incorrere in questi rifiuti quasi impossibili da degradare. Ma non tutti le conoscono o le rispettano, ed è per questo che è nato il progetto The Plastic Age.
The Plastic Age: sensibilizzare contro la plastica
Sensibilizzare attraverso l’arte: questa è stata l’idea di Savills, che dal 13 al 25 febbraio terrà una mostra al Nuovo Centro Commerciale Il Gialdo. Insieme ad Enzo Suma, l’artista che ha fondato Archeoplastica, il museo temporaneo e gratuito allestito da Savills mostrerà dei veri e propri “reperti” di plastica, rinvenuti sulle spiagge italiane da 10 anni a questa parte. Contenitori di detersivi, creme solari e giocattoli risalenti agli anni Settanta e Sessanta, e infine i più rari risalenti agli anni Cinquanta: tutti in vetrina a raccontare una storia. Quale storia? Quella della Plastic Age, “l’età della plastica”, materiale usa e getta che accompagna le nostre vite da quegli anni e che non ci ha mai abbandonati.
La mostra di Archeoplastica arriva a Chieri dopo essere già stata visionata in numerose città italiane, tra cui Bari e Roma. Oltre alla parte fisica, il museo di Archeoplastica si può trovare anche sul sito web ufficiale, dove è presente un’intera sezione dedicata a mostrare modelli 3D dei reperti trovati da Enzo Suma.