Sarà aperta al pubblico da sabato 15 ottobre fino al 15 dicembre 2022, all’Imbiancheria del Vajro, in via Imbiancheria 12, a Chieri, la mostra“Caos Ricucito”. Il quinto ed ultimo appuntamento del progetto“RestART! Museo relazionale Imbiancheria del Vajro”. L’iniziativa ha come obiettivo raccontare, attraverso cinque mostre che si sono svolte nell’arco di due anni, la preziosa Collezione Civica di Fiber Art del Comune di Chieri, “Trame d’Autore”, che con oltre 300 opere realizzate da artisti di tutto il mondo costituisce un patrimonio di valore e di rilevanza internazionale.
Dopo le mostre “I introduce myself” a giugno 2021, “Un grande Abbraccio al Mondo” a marzo 2022 e “La bellezza ritrovata” a giugno 2022 e la quarta edizione di “Tramanda” a settembre 2021,ora “Caos Ricucito” propone dal 15 ottobre al 15 dicembre 2022, una selezione di 37 opere di 35 artisti scelte, in totale libertà, da 16 cittadini che hanno aderito alla call promossa dalla Città di Chieri.
Ricucire il caos
La mostra è stata curata e condivisa dal gruppo, che ha seguito alcune linee guida impartite durante le “lezioni” del team di esperti. Si è individuato un filone tematico, elaborato un canovaccio a cui agganciare il titolo. Scelte le opere e illustrate le motivazioni, sono state affrontate le criticità del percorso, tenendo presenti i limiti e le opportunità del luogo espositivo cioè l’antica Imbiancheria del Vajro.
Le prime proposte di organizzazione della mostra sono passate attraverso l’estro personale di ogni partecipante, proponendo colori-guida, emozioni, elementi naturali, ispirazioni da fiabe, ricordi e teatro, il femminile nell’arte e così via.
Alla fine il gruppo si è compattato unanimemente a scegliere un titolo forte e paradigmatico, “Caos Ricucito”, dove il caos non ha significato negativo, ma di raccolta del “calderone” iniziale, stimolo a cercare la libertà nell’azione sia nell’arte, sia nella vita. La libertà che ci fa uscire da schemi preordinati.
ll “ricucito” significa che dal caos iniziale è possibile far confluire insieme emozioni, colori, forme e formati in un quadro complessivo che li ricomprenda in una finalità unitaria. La ricomposizione consente di godere del percorso, avviando un viaggio sereno dopo la benefica tempesta del caos.
L’ordine caotico è sì, un ossimoro, ma nel lavoro di gruppo è come un punto interrogativo che esce da una scatola: cosa prendiamo? Come lo scegliamo? Chi fa che cosa? Il brainstorming iniziale e il confronto serrato ha consentito di mettere a fuoco il percorso considerando anche la logistica dell’esposizione.
Tra le opere selezionate, si può notare che le dimensioni sono tutt’altro che uniformi, così come le forme e i colori: ma le prime opere inserite nel percorso della mostra riflettono l’idea della confusione portatrice di dubbi e stimoli. Le successive si avvicinano alla pacificazione finale, proposta che il pubblico potrà condividere forte della chiave di lettura proposta dal titolo, che riflette le intenzioni curatoriali.
Ogni opera sarà illustrata, oltre che dalla didascalia relativa alla scheda tecnica di “Trame d’Autore”, anche da un “didascalia relazionale”: si tratta di una manciata di parole che esprimono le emozioni
Il caos diventa allestimento
Caos che diviene ordine è il fil-rouge della mostra e l’allestimento vuole rendere evidente ed esplicito questo percorso. L’idea del caos primario, generato in nuce ai primi ragionamenti sulla scelta delle opere, che, nel percorso del processo curateliale, diviene sempre più lineare fino a trasformarsi nell’ordine definitivo della mostra concretizzata è il layout concettuale dell’allestimento stesso; questo, in simmetria ed in sintonia col percorso curateliale, si rappresenta come metonima dell’iter realizzativo dell’allestimento.
Così il caos iniziale del brainstorming è rappresentato dal caos iniziale dell’allestimento dove tutte le opere arrivano indifferenziate nei loro imballaggi protettivi e la loro distribuzione, nello spazio museale, si sviluppa per gradi di livelli successivi (per vani susseguenti) dal disordine ad un maggior ordine corrispondente ai diversi momenti di realizzazione dell’allestimento stesso. L’exhibit design segue in chiave rappresentativa le proprie fasi diacroniche (rappresentate dalle singole stanze) dallo spacchettamento delle opere, alla loro posizione preliminare, alle varie ipotesi distributive (tutte queste caratterizzate da composizioni non convenzionali ed indifferenti alle regole ottiche) fino alla posa in opera definitiva stabilita da regole di armonia e chiarezza intellettiva.