Il teatro di parola va in scena a Chieri. Domenica 17 luglio alle ore 18 presso il Cortile del Palazzo comunale di Chieri, si potrà assistere allo spettacolo “Processo a un cittadino”, nell’ambito del format Chieri Cultura Classica curato da Torino Spettacoli come evoluzione delle importanti esperienze di cultura classica degli ultimi anni al Chiostro di Sant’Antonio.
Dopo l’anteprima del 12 luglio al Teatro Erba, e la prima nazionale il 15 luglio al sito archeologico di Bene Vagienna, per il 17° Festival Ferie di Augusto e prima di fare tappa al Teatro Romano di Volterra il 21 luglio e all’Anfiteatro di Sutri il 22 luglio, il nuovo spettacolo di e con Piero Nuti andrà in scena a Chieri. Il costo del biglietto, acquistabile online o in loco a partire dalle 17, sarà di 8 euro, e di 5 euro per chi usufruisce di tariffe agevolate (docenti, under 26, over 60, abbonati e convenzionati a Torino Spettacoli).
Parola al “Processo a un cittadino”
“Processo a un cittadino” è un nuovo lavoro da Pro Archia poeta di Cicerone, nato nel contesto dei “Grandi Processi dell’antichità lo spettacolo della giustizia” nei quali la Compagnia Torino Spettacoli ha un’esperienza produttiva quasi trentennale.
Un testo che è una scoperta, con la guida di un vulcanico 94enne “grande vecchio” della scena: Piero Nuti. Accanto a lui, l’affascinante Jacopo Crovella (Globe Theatre negli anni della direzione di Gigi Proietti, Piccolo di Milano, cinema con Valeria Golino e Mario Martone e le serie TV Lidia e Giustizia per Tutti). Completa il cast il talentuoso Germana Erba’s Talent Andrea Pampanini .
Il concetto di cittadinanza è mobile, si è evoluto e continua a evolversi in relazione al periodo storico, al territorio, alle civiltà e alle istituzioni: si adatta per rispondere ai fenomeni politici, sociali, culturali ed economici. Variano i contenuti stessi della cittadinanza, in termini di diritti e doveri dei cittadini, e variano i criteri per l’acquisizione della cittadinanza. Dal mondo antico alla cittadinanza globale, le suggestioni sono molte. Correva l’anno 62 a.C. quando Cicerone assunse la difesa di Archia che era stato attaccato in realtà per interessi politici per colpire indirettamente Lucio Licinio Lucullo, uomo di spicco e nemico di Pompeo Magno.
La famiglia dei Luculli aveva da sempre accolto poeti e filosofi e tra loro figurava anche l’imputato Archia. Il processo fu intentato in seguito all’approvazione della Lex Papia, con la quale si espellevano gli stranieri da Roma e si cercò di far ricadere Archia all’interno di questa categoria affermando che non era in possesso della cittadinanza. Cicerone, vecchio discepolo di Archia, durante la sua arringa presenta come ovvio il diritto di cittadinanza ed evidenzia i grandi meriti del poeta, atti a valergli la cittadinanza anche nel caso non la possedesse. Uno dei temi ricorrenti in modo frequente all’interno dell’orazione è quello dell’humanitas e quelli, ad esso strettamente collegati, degli studia e della concezione del poeta. Questa orazione vuole sottolineare l’importanza per ogni uomo di crearsi un solido bagaglio culturale e una buona padronanza dell’arte della parola, che sono competenze essenziali per i cittadini romani, soprattutto per coloro che intendono svolgere un’attività pubblica.