UN PROGETTO DI

Endometriosi: una malattia spesso non riconosciuta

di Clarissa Ciano Mar 31, 2022
endometriosi

Endo…che? Si terrà domani 1 aprile 2022 nella Sala Conceria a Chieri, l’evento per sensibilizzare e informare sull’endometriosi. Questa patologia colpisce 3 milioni di donne, e causa forti dolori che, spesso, vengono associati alle mestruazioni. La realtà è che l’endometriosi dipende da altri fattori e viene diagnosticata con un ritardo fino a sette anni. Un dato allarmante che riduce la qualità della vita di molte persone e produce conseguenze negative anche a livello psicologico.

Cosa è l’endometriosi

L’endometriosi è una malattia causata dall’endometrio, una mucosa che riveste esclusivamente la cavità uterina, che si frammenta durante le contrazioni uterine. I frammenti passano dall’utero alle tube, e da esse all’addome con impianto sul peritoneo e sulla superficie degli organi pelvici.

L’endometriosi causa sub-fertilità o infertilità nel 30-40% delle donne. Questo fenomeno può essere contrastato attraverso una corretta prevenzione e una diffusa conoscenza della patologia.

Un evento dedicato alla sensibilizzazione e alla divulgazione

A chiusura del mese dedicato alla donna, l’Associazione MU.S.E. in collaborazione con A.P.E., Associazione progetto endometriosi, organizzano una giornata per informare e sensibilizzare. Con una conferenza a ingresso libero in Sala Conceria, a Chieri, venerdì 1 aprile alle ore 20:45. Durante l’evento interverranno il dottor Marco Mitidieri, ginecologo della Città della salute e della Scienza di torino, e il dottor Riccardo Vella, urologo. Saranno ospiti anche la dottoressa Gaia De Campora, psicologa e consulente per la famiglia e Bruna Abramo, volontaria Associazione A.P.E. Onlus.

Nel pomeriggio del medesimo giorno, alle ore 18, sarà inaugurata anche una panchina gialla nel giardino dell’Area Caselli.
La diagnosi precoce è fondamentale per una malattia di cui si parla troppo poco, che attualmente non ha ancora una cura vera e propria, e che colpisce 1 donna su 10. Parlarne con professionisti che si occupano in prima linea di questa patologia è fondamentale per farla conoscere ed educare alla prevenzione.

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Clarissa Ciano

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