CHIERI, 18 settembre 2021 – E’ il gualdo il protagonista del nuovo appuntamento al Museo del Tessile, in via Santa Clara 5, con una giornata ricca di conferenza, esposizione di manufatti storici e contemporanei con visita all’Orto botanico del Museo del Tessile. Un evento interamente dedicato al Isatis tinctoria, meglio nota come gualdo. Ma cosa è di preciso il gualdo? Si tratta di un’erba ampiamente utilizzata nella tintura dei tessuti di tonalità di blu. Il suo processo di utilizzo non è cosi immediato: prevede infatti l’utilizzo di macine da pietra. Sarà possibile vedere l’erba sia all’interno dell’esposizione permanente ma anche all’interno dell’Orto Botanico del Museo del Tessile.
Il costo del biglietto è di 3 euro, con prenotazione obbligatoria all’indirizzo prenotazioni@fmtessilchieri.org. È necessario essere in possesso del Green pass e indossare la mascherina. L’iniziativa fa parte del ciclo di incontri ARS ET INDUSTRIA.
Il gualdo è oro blu
Definito “oro blu”, è rappresentativo della città di Chieri, così come il fustagno ( l’antenato del jeans). L’utilizzo è raccontato da secoli, non a caso tra la città è possibile trovare “Via del Gualdo” e “Via della Gualderia”. Lo stesso centro commerciale “Il Gialdo” sorge e prende il nome da un’ex area dove veniva coltivata la pianta in questione.
Le iniziative in programma
L’evento avrà inizio alle 15. Interverrà Marco Nicola, conservatore e titolare del laboratorio di diagnostica Adamantio a Torino, che si focalizzerà su «Il blu nella storia e il gualdo nella Collezione Nicola di Aramengo». Per l’occasione saranno esposti alcuni manufatti tessili storici che testimoniano i diversi utilizzi del gualdo in tele, pitture restaurate e prestate da Gianluigi Nicola, docente di restauro all’Accademia di Torino e titolare del prestigioso laboratorio di restauro ad Aramengo di Asti.
Verrà inoltre esposta una camiciola (nella foto a sinistra) rinvenuta in una buca pontaia realizzata con un filato bianco e azzurro, datata 1606 rinvenuta ad Aramengo d’Asti. Si tratta di un indumento appartenuto ad un bimbo indigente.
Non solo. Verranno presentate anche due toppe in tela, una azzurra con gualdo e l’altra a quadri tinta d’azzurro rivenuto in un dipinto a olio anonimo del XVII secolo. Lo stesso tipo di tela è impiegato da Guglielmo Caccia detto il “Moncalvo”. Il gualdo quindi è un filo conduttore e d’unione tra tessitura e pittura, non solo nella pittura ma anche nell’utilizzo delle tavolozze pittoriche del Barocco.
Le esposizioni
Grazie a Giulia Perin sarà possibile volare lo sguardo ai giorni d’oggi. Antropologa e artigiana che cura l’Orto botanico, affronterà la tematica «Gualdo e batik d’artista nel contemporaneo» esponendo alcuni dei suoi manufatti tinti con colori naturali. Interverrà Antonello Brunetti ripercorrendo «Le vie del gualdo: tra Castelnuovo Scrivia e Chieri» insieme allo storico dell’arte Giovanni Donato.
Concluderà la giornata Laura Vaschetti, vice presidente della Fondazione che fornirà anticipazioni sui progetti del Museo del Tessile per la ricerca e la divulgazione orientata a a riscoprire e valorizzare i landmark identitari del territorio di riferimento per stringere collaborazioni ed ampliare orizzonti di conoscenza e creatività.