UN PROGETTO DI

Storie di vino e di vite

di Debora Pasero Feb 4, 2019

Può il vino essere il mezzo per far ascoltare cosa sia l’adozione? E’ l’idea con la quale l’associazione Amici di Don Bosco Onlus , ha pensato di inaugurare il 2019 per invitare le persone a conoscere le proprie attività

Con “In vino veritas. Storie di vite” un ciclo di 5 incontri che inizieranno sabato 16 febbraio, a Torino, hanno infatti voluto associare storie di vini a storie di adozione, rintracciando nel carattere o nella personalità del vino quei tratti che accomunano molti vissuti di figli e genitori adottivi.

Gli incontri si svolgeranno alle 17 a Torino, in Via Maria Ausiliatrice 32, presso la sede dell’Amici di Don Bosco Onlus. (Il percorso comprensivo delle 5 degustazioni costa 50 € a persona. La partecipazione a un singolo incontro ha un costo di 15 €. È previsto un servizio di babysitting su richiesta al costo di 5 €. Per informazioni e dettagli info@amicididonbosco.org)

L’associazione è stata fondata da Padre Giuseppe Baracca, missionario salesiano alla fine degli anni 70, con l’obiettivo di aiutare e supportare le coppie desiderose di accogliere bambini in adozione.

Il primo appuntamento sabato 16 febbraio avrà come tema le bollicine: imparando a conoscere e ad assaporare il vino spumante Brut della Cantina Demarie di Vezza d’Alba, Antonella Castagno, insegnante e formatrice esperta di processi relazionali, accompagnerà in una riflessione sulla gestione della rabbia e dei comportamenti oppositivi nelle dinamiche genitori-figli. Roopa Bea, figlia adottiva di origini indiane, racconterà la sua esperienza e fornirà il suo punto di vista di “testimone privilegiata” sull’elaborazione della rabbia nella sua storia adottiva.

Si arriva a sabato 23 marzo con un incontro dedicato ai vini eroici che associati alle storie di resilienza. Si parlerà della storia del vino Roero Riserva della Cantina Demarie, che ha saputo crescere in un terreno particolarmente difficile, e l’Erbaluce di Caluso della Cantina Favaro Le Chiusure di Piverone che ha resistito all’oblio, entrambi grazie alla dedizione di chi si è preso cura di quei vitigni. Marina Lomunno, giornalista e madre adottiva, dialogherà con Manuel Antonio Bragonzi, figlio adottivo di origini cilene, autore insieme a Marcello Foa di “Il bambino invisibile”, libro in cui ha raccontato la sua storia eroica cominciata nel Cile della dittatura Pinochet, continuata in un bosco dove all’età di cinque anni ha scelto di vivere da solo e approdata tre anni dopo in Italia nel calore di una famiglia adottiva.

Il terzo appuntamento è fissato per sabato 11 maggio con la degustazione del vino passito della Cantina Ca’ Richeta di Castiglione Tinella, occasione per parlare di storie a lieto fine che lasciano dolce il palato: quella di Naseem Campana, figlio adottivo di origine indiana, e del suo ritorno alle origini sarà presentata da Cinzia Fabrocini, psico-pedagogista ed esperta di adozione, che la metterà a confronto con l’esperienza di viaggio alle origini vissuta con i suoi figli in qualità di madre adottiva. La peculiarità di questi viaggi di ritorno è rappresentata dall’incontro dei nostri protagonisti con le famiglie di nascita.

Dopo la pausa estiva le degustazioni riprenderanno sabato 19 ottobre protagonista un vino ha messo radici solide in Italia: il Syrah Rossomeraviglia della Cantina Favaro Le Chiusure che darà l’opportunità di parlare di radici mobili e dell’importanza di scegliere il terreno più adatto per un vitigno nato altrove, e capace di dar frutti anche in terre lontane, se si è capaci di averne cura. A intervenire sarà Marta Casonato, psicologa specializzata nell’area della genitorialità e dei minori, e con Flor Greco, figlia adottiva di origine guatemalteca.

Il ciclo di incontri si chiuderà sabato 9 novembre con un appuntamento dedicato agli aceti preziosi, affidati alla custodia della Cantina Demarie, a testimonianza del fatto che anche una “sconfitta” può dare risultati straordinari e che su un fallimento è possibile costruire un’esperienza nuova.

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Debora Pasero

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