CHIERI – Si festeggia il terzo centenario dalla fondazione del Regio Ospizio di Carità, l’odierna casa di riposo “Giovanni XXIII” di via Cottolengo. Per celebrare questa ricorrenza è stata organizzata per lunedì, 5 novembre, alle 17 nella sala dell’archivio storico della biblioteca civica di via Vittorio Emanuele II una conferenza con gli interventi degli storici Ferruccio Ferrua sul tema “Dalla trecentesca Casa dell’Elemosina alla nascita dell’Ospizio di Carità” e di Elena Chiri Pignocchino “Dal tradizionale fustagno ai nuovi tessuti leggeri e raffinati: i primi 100 anni del laboratorio tessile dell’Ospizio di carità (1718-1818)”.
Mercoledì, 7 novembre, sempre con inizio alle ore 17 Chiara Ferrua e Vincenzo Tedesco parleranno de “Gli aspetti artistici ed architettonici della Cappella della Presentazione della Vergine e di San Grato e i recenti restauri”. Dalla fine di ottobre, inoltre, nella mostra della cappella restaurata del “Giovanni XXIII” che è incorporata nell’edificio con ingresso da via Palazzo di Città è stata allestita una mostra. Un’esposizione di documenti, dipinti e paramenti allestita con la collaborazione di Corinna Desole, Ferruccio Ferrua, Chiara Ferrua, Elena Chiri, Vincenzo Tedesco, Walter Canavesio, della Cooperativa Valdocco e del Museo del Tessile.
La mostra potrà ancora essere visitata nei weekend del 3 e 4 e del 10 e 11 novembre, date nelle quali i volontari di Carreum Potentia provvederanno ad accogliere i visitatori. Il Regio Ospizio di Carità venne fondato nel 1718, in applicazione degli editti sabaudi, che incorporò il patrimonio della Casa dell’Elemosina, nata alla fine del Duecento come ente di beneficenza.
Prima del 1756 l’architetto monferrino Ignazio Galletti avviò la costruzione della nuova sede dell’ente, un imponente edificio in mattoni a vista che si affaccia sulle vie Palazzo di Città e Giuseppe Cottolengo. Giuseppe Antonio Visca, tesoriere del Regio Ospizio, sovvenzionò l’edificazione della cappella, la cui progettazione fu affidata all’architetto chierese Mario Ludovico Quarini (1772).
Nel 1975, l’ospizio assunse quindi la denominazione di “Casa di Riposo della Città di Chieri Giovanni XIII”, un istituto pubblico di assistenza e beneficenza (IPAB). Dal 1° luglio del 2013 è la Cooperativa Animazione Valdocco a gestire il “Giovanni XIII” in concessione venticinquennale.