UN PROGETTO DI

Il sacro della natura

di Debora Pasero Nov 10, 2015

La persistenza del sacro dal paleolitico al medioevo

MONCALIERI, 5 novembre 2015 Proseguirà sino al 12 dicembre la mostra Gli spiriti della natura inaugurata alla Biblioteca civica A. Arduino, via Cavour 31, che racconta la presenza del sacro in tutte le Alpi Occidentali.  L‘esposizione è stata realizzata in collaborazione con il CeSMAP – Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica di Pinerolo e curata da Pierantonio Oppezzo, Piero Ricchiardi e Dario Seglie.

In tutte le Alpi Occidentali esistono testimonianze della persistenza del sacro dalla preistoria a oggi, siti che  per la loro stessa conformazione o posizione –  luoghi elevati, fonti, luoghi nascosti, boschi – da sempre localizzano l’esperienza umana del sacro. Fonti “sacre” (le fonti sacre e le loro acque miracolose sono testimoniate dall’antichità a oggi sia pure secondo religioni e culti diversi), alberi sacri o  particolari formazioni rocciose sono serviti da luoghi di culto preistorici, pre-romani, romani, cristiani. La mostra mette in evidenza “lo stretto collegamento tra il sorgere del fenomeno religioso nell’uomo e le sue prime rappresentazioni simboliche e la persistenza della sacralità che tali simbologie ed i luoghi stessi in cui trovavano attuazione hanno assunto ed hanno continuato ad assumere nel tempo, dalla Preistoria al medioevo per giungere, in molti casi, sino ai nostri tempi”. (Dario Seglie).

L’esposizione, a ingresso gratuito, ha grande interesse didattico. E’ possibile visitarla il lunedì dalle 14 alle 19, martedì, mercoledì e giovedì dalle 9 alle 19, venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 19 e il sabato dalle 9 alle 13.  Su prenotazione sono disponibili visite guidate per le scuole. Per info: Biblioteca civica A. Arduino –  011 6401611.

«A Moncalieri una testimonianza della persistenza del sacro si può trovare nel Roc ‘d Santa Brigida -” spiega l’Assessore alla Cultura della Città di Moncalieri, la dott.ssa Laura Pompeo – E’ un masso erratico, detto ‘di Santa Brigida’, perchè in questo luogo, fin dal Cinquecento, esisteva una cappella dedicata appunto a Santa Brigida. A questa santa era anche intitolato il più antico convento dei cappuccini di Moncalieri, fondato nel 1540 accanto alla chiesa preesistente».

Come si legge nel cartello turistico posto dal Comune vicino alla pietra, “Il “roc” di Santa Brigida appartiene al culto della fertilità. Un tempo le donne credevano che appoggiare il ventre sul masso favorisse la fecondità della madre e la buona salute del nascituro. Oltre alla Brigida svedese, a cui era dedicato il monastero, esiste la celebre Santa Brigida irlandese, Bridget, che probabilmente sincretizza l’antichissima dea madre Brighid della religione celtica e che aveva il potere di curare con l’acqua e con il fuoco. E di acque miracolose, luoghi sacri curativi, pietre della fertilità, processioni sui monti e altri riti che accompagnano la religiosità umana dalla preistoria a oggi nella mostra è data ampia testimonianza fotografica.

 

 

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Debora Pasero

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