UN PROGETTO DI

Chieri ebraica

di Debora Pasero Ago 29, 2015

CHIERI, 6 settembre 2015. Un viaggio nella Chieri ebraica, attraverso la storia, gli edifici e i personaggi che l’hanno abitata. Domenica 6 settembre dalle 15 alle 18, l’associazione Carreum Potentia, organizza una visita guidata alla Chieri ebraica, in occasione la Giornata europea della Cultura Ebraica (partecipazione gratuita – info allo 388.356.25.72 o via mail info@carreumpotentia.it ).

Alle 15, in piazza Umberto I, sotto l’arco monumentale di via Vittorio Emanuele, i volontari dell’associazione accompagneranno i visitatori attraverso la città, ripercorrendo la storia della presenza ebraica a Chieri. Si andrà alla scoperta dei luoghi che hanno ospitato la comunità ebraica chierese, come l’ex ghetto di Via della Pace, o i due cimiteri ebraici: quello antico in via santo Stefano, quello nuovo all’interno del cimitero cittadino.

Nel cortile dell’ex ghetto sarà ospitata un’installazione, a cura di Artefacta, con pensieri e disegni dei visitatori, che costituiranno un simbolico ponte fra la nostra cultura e quella ebraica. All’interno del salone, invece, una mostra sulla cultura ebraica, curata sempre da Artefacta.

Il Ghetto risale al giugno del 1724, quando venne scelto il “Palazzo dei Villa” collocato tra via della Pace, via Maestra (l’attuale via Vittorio Emanuele) e vicolo Corona Grossa.

A Chieri però le prime testimonianze della presenza di una comunità ebraica risalgono al sec. XIV, quando in Francia tra il 1300 e il 1400 gli ebrei vennero espulsi. 
Il vecchio cimitero, invece, è in via Santo Stefano, nei pressi di vicolo Albussano. Un luogo intatto che conserva ancora tre lapidi ebraiche, una appartenente a un rabbino, e altre due scritte in ebraico, ma non ancora attribuite.
Agli ebrei chieresi era vietato costruire nuove Sinagoghe, vivere e coabitare in vicinanza dei cristiani. Ognuno di loro era obbligato a indossare il segno distintivo e bandito dall’uscire di casa durante la settimana di Pasqua. Una condizione, regolata da un editto emesso dal Duca Amedeo VIII nel 1430, che condizionò la permanenza sino alla loro emancipazione.
Per l’ingresso ai cimiteri ebraici è richiesto solitamente ai visitatori uomini di indossare un copricapo, il Kippotin rispetto delle tradizioni ebraiche. E’ il copricapo usato correntemente dagli ebrei maschi, all’interno dei luoghi di culto. E’ un segno di devozione verso Dio, e a tale scopo un qualsiasi copricapo è adatto.
 
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Debora Pasero

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