Pronti, “Beni Comuni” e via!
Approfondimenti e workshop spettando il Festival dei Beni Comuni di Chieri
CHIERI Parte giovedì, 11 giugno, il Primo dei quattro appuntamenti rivolti alla popolazione per arrivare preparati al Festival Internazionale dei Beni Comuni promosso dal Comune di Chieri dal 9 al 12 luglio. Dopo le due serate organizzate dall’Amministrazione nei mesi scorsi, seguite alla pubblicazione del “Regolamento per la Partecipazione e la cura dei Beni Comuni”, ora sono gli stessi chieresi a mettersi in gioco per sollecitare la consapevolezza dei concittadini: obiettivo generale è parlare di ‘partecipazione’ e ‘beni comuni’ in termini concreti, ed arrivare così al festival pronti a coglierne al meglio lo spirito.
Gli incontri sono rivolti a tutti, alle associazioni e ai singoli cittadini, alla città ed a tutto il territorio del Chierese, insomma a chiunque sia interessato a ragionare praticamente sul tema.
Le prime due serate, in programma l’11 e 18 giugno alle 20,30 in Sala della Conceria (via della Conceria 2 – Chieri), sono state ideate e saranno condotte da membri del Comitato Tabasso. Il Comitato è un gruppo spontaneo di cittadini, nato circa un anno fa proprio con lo scopo di raccogliere ed armonizzare soluzioni per il ri-utilizzo dell’ex tessitura chierese, ora di proprietà del Comune di Chieri: in progressiva trasformazione da comitato a comunità di riferimento, questo raggruppamento mira ad essere un interlocutore attivo e responsabile per co-progettare con la PubblicaAmministrazione, e per far rivivere l’Area Tabasso nel pieno spirito di un bene pubblico che può diventare un bene comune.
«L’obiettivo delle due serate è scoprire insieme che questi concetti sono già praticati da molti, in diversa misura e anche sotto altro nome, e valutare insieme come portare a sistema e rendere più efficaci queste esperienze – anticipa Livia Papi, componente del Comitato Tabasso – Per
stimolare la riflessione e il confronto useremo come spunto alcune esperienze già fatte, con interviste e video. Attingeremo anche ai materiali di Labsus, un’associazione che promuove un nuovo modello di società basato sul principio di sussidiarietà orizzontale».
Un ulteriore obiettivo di questi incontri è riprendere le riflessioni che emergeranno dal confronto e le conoscenze maturate in ambiti d’azione individuali o collettivi (come quello del Comitato Tabasso) per lanciare un nuovo modello di cittadinanza attiva, aperta e coordinata, a livello territoriale.
Un taglio più “socio-antropologico” è quello che invece caratterizza i due incontri di sabato 27 giugno e 4 luglio, alle 10 nella Cittadella del Volontariato (Via Giovanni XXIII – Chieri) tenuti da Marco Cobino esperto di progettazione partecipata e dalla ricercatrice Michela Garau.
«Ci interessa capire il processo con cui si arriva al Bene Comune – motiva Cobino – Il contesto culturale in cui stiamo vivendo (informatizzazione, globalizzazione, contaminazioni culturali) è cambiato molto rapidamente in questi anni e servono strumenti nuovi per affrontare situazioni, comportamenti e stili di vita che si discostano molto da quelli delle generazioni precedenti». Aggiunge Garau: «Mi sto specializzando sui Beni Comuni perché sono convinta che sia un modo evoluto per costruire il futuro delle città, che passa attraverso la creatività della gente e voglia di essere attori e non solo spettatori. Per questo il percorso che abbiamo immaginato inizia analizzando come la cittadinanza interpreta oggi il concetto di bonum commune (che già citavano gli statuti medioevali e che è alla base della nostra Costituzione), quanto ha interiorizzato il Regolamento sui beni comuni, e quali idee si sente in grado di sviluppare»
Alcuni esempi “di chi fa cosa e come” in Italia e all’estero permetteranno alla popolazione intervenuta di arrivare al workshop finale (che si terrà durante il Festival) con spunti utili e aumentata consapevolezza di quanto avviene intorno a noi.
«Condivideremo idee, illustreremo metodi e applicheremo tecniche –conclude Cobino – Sarà un’opportunità per tutti, di conoscere e sperimentare in prima persona quelle pratiche che favoriscono la progettazione partecipata, base per la costruzione di proposte condivise e sostenibili di “Beni comuni”».