C’è chi li ama, chi invece li odia: si tratta di meme. All’Off Topic, l’hub culturale più frequentato di Torino si è tenuta, a novembre, la prima rassegna con protagonisti queste “vignette umoristiche”. Tanti gli eventi: talk, presentazioni di libri ma anche show. Il tutto accompagnato da una cena speciale. Per l’occasione i Social Slam hanno pensato di creare il loro meme: accanto all’installazione delle 500 di marmo nel fiume Po, hanno inserito anche due Vigili. Un’iniziativa coinvolgente che fa divertire, ma che richiede allo stesso tempo molto estro creativo. Non solo però: pagine di importanza nazionale di Facebook come Hipster Democratici, Socialisti Gaudenti, AQTR – Aggiornamenti Quotidiani sulla Terza Repubblica hanno postato con l’hashtag #memissima.
Le origini del meme
La parola meme ha origini antichissime. Deriva infatti dal greco mímēma e significa “imitazione”. È in inglese che però viene più volte usata e rappresenta l’imitazione di qualcosa che potrebbe diventare famoso. Per la maggior parte delle volte fa ridere ed è divertente, ma può anche essere uno spunto di riflessione. Il termine viene usato per la prima volta da Richard Dawkins all’interno del suo libro “Il gene egoista”, dove spiegava l’evoluzione culturale di come si sono diffusi. Ne esiste anche una scienza, la mimetica, che ha come scopo la ricerca dell’evoluzione e della diffusione di questi fenomeni. Insomma, può essere definita arte contemporanea.
I più famosi
Solo negli ultimi anni sono stati moltissimi i meme a diffondersi a macchia di leopardo sui social. Una delle più famose è quella “Woman Yelling a Cat” che rappresenta una donna urlante verso un gatto che non sembra curarsi di lei. Altri esempi famosi sono Buzz LightYear e Woody di Toystory che stanno ad indicare una frase ironica, Boromir con le frasi “ non è semplice…” fino a Pablo Escobar solo, desolato nella sua piscina. E ancora Drake che indica la soluzione sbagliata e quella corretta. Il più famoso? Forse l’anziano signore sorridente di fronte al PC.
La comunicazione politica al tempo dei meme
Anche la comunicazione politica ha avuto i suoi protagonisti. Da Giorgia Meloni al senatore con le muffole più famose del web. La prima diventata famosa per il sonoro “Io sono Giorgia, sono una donna”. Il secondo, Bernie Sanders, è stato oggetto di meme divertentissimi per aver sfoggiato durante la cerimonia di insediamento di Joe Biden un abbigliamento casual e dei guanti davvero originali. Anche in questo caso tutto dipende da come la comunicazione viene usata. Il meme che avrebbe potuto potenzialmente rovinare la vita politica di Giorgia Meloni l’ha resa ancora più famosa sui social e in politica, lo stesso ha fatto con il senatore Sanders.
I risultati di #memissima
Durante la rassegna di Torino, all’Off Topic di Via Pallavicino si è tenuto un vero esperimento comunicativo che unisce lo spazio reale e quello virtuale. I meme infatti sono stati postati con l’hashtag #memissima.
Divertenti e irriverenti, si sono sfidati a colpi creativi. Dal Generale Figliuolo a Renzi, passando per i personaggi dei cartoni come Peter Griffin o dei film come Fantozzi, fino agli intramontabili Aldo, Giovanni e Giacomo. Per l’occasione è stata anche aperta una pagina Instagram dove è possibile vederli tutti: una vera e propria galleria d’arte contemporanea.
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