TORINO – Torino è stata individuata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri come sede principale dell‘Istituto per l’Intelligenza Artificiale (I3A). Il capoluogo piemontese ha superato la candidatura di Milano a cui comunque è stato assegnato il Tribunale Unificato dei Brevetti. L’obiettivo del Governo è quello di creare una sinergia importante tra le due città e contemporaneamente consolidare anche l’asse nord-ovest del Paese.
L’I3A sarà un vero e proprio network e potrà contare su un migliaio di persone e su un budget annuale che si aggira agli 80 milioni di euro. In questo modo potranno essere coordinate le varie attività di ricerca in questo campo, in linea con la strategia definita dal Ministero per lo Sviluppo Economico.
Torino sarà infatti l’hub di riferimento di I3A con ben 600 addetti. Potrà contare sulla collaborazione di centri di ricerca e università oltre che dei settori della manifattura, della robotica, della sanità, della mobilità, dell’agrifood, dell’energia, della pubblica amministrazione, della cultura, della digital humanities e dell’aerospazio.
Quella torinese sarà una struttura di ricerca e trasferimento tecnologico che sarà capace di attrarre clienti dal mercato internazionale. Allo stesso tempo, inoltre, sarà in grado di diventare un punto di riferimento per l’intelligenza artificiale in Italia, in connessione con i principali trend tecnologici, tra cui 5G, Industria 4.0 e Cybersecurity.
Chi sono stati i promotori della candidatura di Torino
L’idea di candidare Torino è stata lanciata nel mese di luglio dalla Chiesa torinese attraverso don Luca Peyron, con alle spalle un’esperienza di consulente in proprietà industriale prima di diventare parroco. Insegna inoltre teologia della trasformazione digitale a Milano e a Torino ed è il direttore della Pastorale Universitaria, dove è attivo da ormai diversi mesi un gruppo di lavoro per elaborare idee sulla trasformazione tecnologica e digitale.
La candidatura è stata sostenuta anche da Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, e dalla Diocesi. Hanno dato quindi il loro appoggio al progetto anche la Città di Torino, l’Università, il Politecnico e l’Unione Industriale a cui hanno fatto seguito anche i consensi di Fondazione Links, Club degli Investitori, Regione Piemonte e di diversi ordini professionali.
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