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Gio. Set 19th, 2024

La comunicazione al tempo del Coronavirus

Se l’epidemia è veloce, lo è ancora di più la comunicazione. I social, che normalmente hanno già un problema a gestire le fake news e un sovraffollamento di informazioni che arrivano a bombardarci su tutte le piattaforme, rischiano di far perdere il senso della notizia facendola diventare infobesity, ovvero obesità da troppa informazione.

Nella comunicazione di fenomeni di crisi soprattutto nel settore sanitario entra in campo un fattore decisivo. L’emotività e la paura, che contribuiscono a rendere ancora più difficile il reperimento di informazioni corrette. Se è vero che si inizia a pensare alla sopravvivenza, i supermercati iniziano ad avere gli scaffali vuoti, chiudono le scuole, le università, i pub e le discoteche e viene annullato carnevale in piazza. Contemporaneamente il livello di preoccupazione aumenta e deve aumentare anche il livello di attenzione su quelle che sono le reali notizie.

Le fake news, le principali nemiche della comunicazione


I nemici più insidiosi nelle crisi sanitarie sono dunque fake news, il panico e l’allarme sociale. Ma anche i comportamenti scorretti, come la ricerca di clickbaiting e le notizie dal titolo provocatorio. Bisogna porre attenzione ad un flusso di informazioni corretto, ufficiale e ordinato, che sia coerente su ogni canale (tv, radio, giornali, web, social network, sms..). Dopodiché, è importante contrastare disinformazione e paura che portano anche all’esplosione di fenomeni di violenza come l’aggressione a cittadini asiatici o che alimentano casi di razzismo.



Nella gestione della attuale minaccia, come è stato autorevolmente osservato,il Governo italiano ha saputo distinguersi per l’adozione di norme che sono al tempo stesso le più radicali e le meno efficaci a contrastare l’epidemia. Al blocco dei voli non ha corrisposto una puntuale identificazione dei soggetti a rischio e un’azione selettiva, mirata. Il virus presenta bassi tassi di mortalità. Purtroppo però è caratterizzato da un alto livello di trasmissibilità, ha due settimane di incubazione e si manifesta a distanza di parecchi giorni. Questo significa che bisogna saper aspettare e non bisogna farsi prendere dal panico. Nel mese di aprile dovrebbe infatti passare il picco influenzale e si ridurrà fortemente il rischio di contagio.

È necessario avere la consapevolezza del fatto che dai propri comportamenti si hanno ripercussioni sulle persone che ci circondano e il rispetto di protocolli ufficiali permette di coordinarsi e non portare nel caos la società. Si deve agire con attenzione, cautela, precauzione, evitando nelle prossime settimane i luoghi affollati. Questo però deve portare le persone ad una psicosi ma ad una maggiore attenzione.

By Redazione

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