By Vittoria Savino
L’obesità è una condizione che va ben oltre l’aspetto fisico. È una realtà complessa che incide sulla salute e sulla qualità della vita. Mangiare è un atto naturale e necessario. Quando, però, l’equilibrio tra ciò che consumiamo e ciò che bruciamo si altera, il nostro corpo ne risente.
Il 4 marzo è il “World Obesity Day“. La giornata che, dal 2015, promuove la salute e sensibilizza contro l’obesità. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal 1975 i casi di obesità sono triplicati. Questa condizione rappresenta oggi una delle principali sfide per la salute pubblica.
L’obesità si caratterizza per un accumulo eccessivo di grasso corporeo che può compromettere la funzionalità dell’organismo. Il parametro, tra i più utilizzati, per valutarla è l’Indice di Massa Corporea (IMC). Quest’ultimo si calcola dividendo il peso (kg) per il quadrato dell’altezza (m). Un IMC pari o superiore a 30 indica obesità. Valori, invece, compresi tra 25 e 29,9 segnalano sovrappeso.
Obesità, un problema in crescita
Secondo uno studio del Global Burden of Disease, Injuries and Risk Factors study (GBD) 2021, pubblicato da The Lancet, rivista scientifica inglese, nel 2021, il sovrappeso e l’obesità hanno causato 3,71 milioni di decessi e 129 milioni di anni di vita persi a causa di malattie e disabilità.
Negli ultimi vent’anni, il tasso globale di disabilità attribuibile all’obesità è aumentato di oltre il 15%. Diventa, quindi, uno dei principali fattori di rischio per la salute (GBD 2021). Le stime indicano che entro il 2050 oltre 1,31 miliardi di persone potrebbero sviluppare diabete a causa dell’obesità. I casi, invece, di tumori correlati potrebbero superare i 2 milioni entro il 2070. Si prevede, inoltre, che l’incidenza di eventi cardiovascolari raddoppierà in alcuni paesi entro il prossimo decennio.
Cause dell’obesità
Le cause di questa problematica sono molteplici e spesso interconnesse. L’alimentazione scorretta rappresenta un fattore chiave, in particolare quando si consumano cibi ad alto contenuto calorico, zuccheri e grassi saturi.
La sedentarietà è un altro elemento determinante. La mancanza di attività fisica, infatti, riduce il dispendio energetico e facilita l’accumulo di grasso corporeo.
I fattori genetici e ormonali giocano anch’essi un ruolo significativo, influenzando il metabolismo e il controllo dell’appetito. Lo stress e altri aspetti psicologici possono contribuire all’obesità favorendo abitudini alimentari disfunzionali.
Conseguenze sulla salute
L’obesità aumenta il rischio di numerose malattie. Le patologie cardiovascolari, come ipertensione, infarto e ictus, sono più frequenti nelle persone obese. Il diabete di tipo 2 è un’altra possibile conseguenza. I problemi osteoarticolari, inoltre, sono anch’essi comuni, dato che il peso eccessivo affatica le articolazioni, causando dolori e artrosi. Anche i disturbi respiratori, come l’apnea ostruttiva del sonno, sono ancora più diffusi tra le persone obese.
Prevenzione e le strategie di trattamento
Affrontare l’obesità richiede un approccio integrato. Una sinergia tra alimentazione, attività fisica e supporto psicologico. Una dieta equilibrata, basata sul consumo di frutta, verdura, proteine magre e fibre, aiuta a mantenere il peso sotto controllo. L’attività fisica regolare è altrettanto importante per bruciare calorie e migliorare la relazione con il cibo. Nei casi più gravi, la chirurgia bariatrica rappresenta una possibile soluzione. Essa, infatti, riduce l’assorbimento calorico e favorire il dimagrimento.
Il supporto psicologico è altrettanto fondamentale. È un alleato concreto per affrontare le problematiche emotive legate al cibo. Aiuta, infatti, a comprendere le radici dei comportamenti alimentari disfunzionali. Al contempo, incide sullo sviluppo di una relazione più sana con il cibo. Il percorso psicologico può coinvolgere tecniche dedite a modificare i pensieri e le abitudini che influenzano il comportamento alimentare, migliorando la motivazione e l’autoefficacia.
L’obesità è una sfida complessa. Grazie però a scelte consapevoli è possibile prevenirla e gestirla. Alimentazione sana, attività fisica e supporto medico sono strumenti chiave per migliorare la qualità della vita e ridurre i rischia associati a questa condizione.
