L’impiego dell’Intelligenza Artificiale (IA) sta rivoluzionando la gestione del Parkinson. Permette, infatti, un monitoraggio più preciso e continuo dei sintomi motori. Alla Città della Salute e della Scienza di Torino, un team di esperti ha sviluppato un sistema basato su dispositivi digitali minimamente invasivi, assistiti da algoritmi avanzati. L’obiettivo sta proprio nel migliorare il controllo della patologia e ottimizzare le terapie per ogni paziente.
Gli algoritmi dell’IA per personalizzare le terapie
Uno degli aspetti più innovativi del progetto è l’utilizzo di un semplice smartphone come strumento di rilevazione dei sintomi. Posizionato sul paziente, il dispositivo è in grado di misurare parametri fondamentali. Dalla bradicinesia e velocità alla lunghezza del passo, oltre a monitorare l’equilibrio. Grazie a specifici algoritmi di IA, i dati raccolti vengono analizzati e interpretati in tempo reale.

In questo modo, i medici possono ottenere una visione oggettiva e dettagliata della progressione della malattia.
Oltre agli smartphone, il progetto prevede l’impiego di piccoli sensori di movimento indossabili che permettono di identificare i momenti della giornata in cui il paziente manifesta movimenti involontari. Questa tecnologia consente di personalizzare ulteriormente le terapie. Le adatta in base alle effettive esigenze del paziente.
Nuove prospettive per la diagnosi e il trattamento del Parkinson
Il progetto è il risultato di una proficua collaborazione scientifica tra un gruppo di professionisti della Neurologia universitaria 2 della Città della Salute e della Scienza di Torino ospedale Molinette (diretta dal professor Leonardo Lopiano), con il coinvolgimento dei dottori Carlo Alberto Artusi, Gabriele Imbalzano e Claudia Ledda e dei professori Alberto Romagnolo, Mario Rizzone e Maurizio Zibetti, e un gruppo di ingegneri afferenti al Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino, rappresentato dalla professoressa Gabriella Olmo e dal dottor Luigi Borzì.
Il team di ricerca sta studiando, oltre al monitoraggio dei movimenti, l’analisi della voce come ulteriore strumento diagnostico. Attraverso registrazioni vocali standardizzate, l’IA può estrarre informazioni rilevanti sullo stato clinico del paziente. Si facilita, così, una diagnosi precoce e un controllo più efficace della progressione della malattia.
L’obiettivo finale di questi studi è migliorare la qualità di vita dei pazienti e dei loro caregiver, grazie a un monitoraggio costante che permette interventi tempestivi e personalizzati. L’Intelligenza Artificiale si conferma quindi una risorsa preziosa nella lotta contro le malattie neurodegenerative, aprendo nuove prospettive per la diagnosi e il trattamento del Parkinson.