UN PROGETTO DI

Aree Interne per le Valli di Lanzo: un nuovo modello di sanità

Aree Interne_Lanzo

“La Strategia Aree Interne per le Valli di Lanzo”, sviluppata dall’ASL TO4, punta a migliorare l’integrazione tra i servizi sanitari e sociali, garantendo assistenza continua e personalizzata, specialmente nelle zone più periferiche e fragili.

La storia di Giovanni: un esempio concreto di assistenza sul territorio

Un esempio concreto dell’efficacia di questo modello emerge dalla storia di Giovanni, un uomo di 78 anni con un quadro clinico complesso. Sebbene autosufficiente, non rientrava nei parametri per ricevere Cure Domiciliari, ma necessitava comunque di un monitoraggio costante. Grazie all’intervento dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità, Giovanni ha ricevuto una presa in carico personalizzata. Questo gli ha permesso di affrontare al meglio il suo percorso di cura.

La “Strategia Aree Interne”: obiettivi e interventi

Il progetto si inserisce nell’ambito della Strategia Nazionale per lo sviluppo delle aree interne. Il piano mira a rafforzare i servizi essenziali in zone con calo demografico e difficoltà di accesso alle cure. Le Valli di Lanzo, che comprendono 19 Comuni montani con circa 23.000 abitanti, hanno beneficiato di interventi mirati nel settore sanitario, educativo e della mobilità.

Sul fronte sanitario, sono stati istituiti quattro Presidi della Salute a Ceres, Lanzo, Pessinetto e Viù, affiancati dall’implementazione di nuove figure professionali come gli Infermieri di Famiglia e di Comunità e le Ostetriche di continuità. Questi operatori garantiscono una presenza stabile sul territorio, facilitando la presa in carico dei pazienti attraverso percorsi diagnostici e terapeutici condivisi con i Medici di Famiglia e gli Specialisti ospedalieri.

Uno degli elementi chiave del progetto è la rete di supporto multidisciplinare, che include anche il Punto Pediatrico Aree Interne e il potenziamento delle farmacie dei servizi. Questo modello integrato di assistenza intende migliorare la qualità della vita dei residenti, riducendo il bisogno di spostamenti verso le strutture ospedaliere e rafforzando il legame tra sanità e comunità.

L’efficacia del progetto

A quasi un anno dall’attivazione, il progetto ha già dimostrato la sua efficacia con numeri significativi. Nel 2024, l’infermiere di Famiglia e di Comunità ha effettuato 636 prestazioni, tra monitoraggi periodici, prestazioni ambulatoriali e counseling ospedaliero. Il modello non solo assicura un’assistenza più capillare, ma promuove anche un approccio olistico alla salute. Il benessere del paziente viene, quindi, considerato sotto molteplici aspetti, inclusi quelli psicologici e sociali.

Guardando al futuro, l’iniziativa punta a rafforzare ulteriormente i percorsi di presa in carico per le persone affette da patologie croniche. Dallo scompenso cardiaco alla broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO. Il tutto grazie all’uso di strumenti digitali e di telemonitoraggio.

Questo permetterà una collaborazione ancora più efficace tra Medici di Famiglia e Specialisti ospedalieri, migliorando l’accessibilità e la continuità delle cure.

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Vittoria Savino

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