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Operare in ipnosi: nuove frontiere in Piemonte

ipnosi nella chiururgia piemonte

L’Ipnosi entra in sala operatoria. Negli ospedali del Piemonte si stanno tracciando nuove frontiere della medicina, grazie a tecniche che uniscono innovazione tecnologica e approcci olistici alla cura. L’ospedale Santa Croce di Moncalieri e l’Ospedale Cardinal Massaia di Asti sono al centro di questa rivoluzione, introducendo l’ipnosi clinica come strumento terapeutico per migliorare l’esperienza dei pazienti.

L’ipnosi clinica come complemento all’anestesia locale

All’ospedale Santa Croce di Moncalieri dell’Asl TO 5 in provincia di Torino, l’équipe proctologica ha introdotto l’ipnosi clinica come complemento all’anestesia locale, rivoluzionando l’approccio alle operazioni chirurgiche. «Sono estremamente soddisfatto dell’introduzione dell’ipnosi come supporto terapeutico nella nostra pratica proctologica presso la struttura che dirigo – afferma il dottor Gabriele Pozzo, direttore della S.C. Chirurgia Moncalieri. -Questa innovazione, promossa in particolare dalla dottoressa Martina e dai miei collaboratori, rappresenta un significativo passo avanti nel migliorare il benessere del paziente, riducendo l’ansia e il dolore durante le procedure.

L’ipnosi è integrata con l’anestesia locale e permette di intervenire sul benessere psicofisico del paziente, limitando l’uso di farmaci. La formazione necessaria è stata intrapresa al di fuori dell’orario di lavoro e su base volontaria, dimostrando l’elevata dedizione e il profondo impegno del team nel voler offrire un servizio d’eccellenza.

L’utilizzo dell’ipnosi è particolarmente adatto per pazienti che temono il dolore e le complicanze legate all’anestesia generale. Questo approccio permette infatti di garantire una maggiore serenità, riducendo la percezione del dolore e migliorando complessivamente l’esperienza operatoria. La dottoressa Martina e Valentina Palazzo hanno evidenziato come i pazienti si dichiarino più soddisfatti dell’intervento e dimostrino una più rapida ripresa fisica e psicologica. Le tecniche ipnotiche aiutano inoltre a ridurre i tempi di degenza e a favorire una migliore qualità della vita post-intervento.

Ipnosi nella cardiologia interventistica

All’Ospedale Cardinal Massaia di Asti, l’ipnosi è diventata una prassi consolidata in cardiologia interventistica, con risultati straordinari. Il caso di Romina, una paziente con un’anatomia cardiaca complessa, rappresenta un esempio emblematico. Grazie all’ipnosi, Romina ha potuto affrontare un intervento durato oltre sei ore, rimanendo tranquilla e immobile sul lettino operatorio.

«Dopo essere finalmente riuscito a entrare nell’atrio sinistro del cuore, ho potuto mappare il circuito elettrico e studiare la strategia di ablazione, interrompendo la sequenza consecutiva di tre circuiti responsabili dell’aritmia. Il cuore è stato successivamente stimolato fino a 220 battiti al minuto per verificare che non ripartissero nuove aritmie, dimostrando il successo della procedura,» spiega il dottor Marco Scaglione, responsabile del reparto di Elettrofisiologia.

L’eccezionalità dell’intervento non è solo nella complessità tecnica e nella durata di oltre 6 ore, ma nell’utilizzo dell’ipnosi quale tecnica analgesica, grazie alla quale la paziente è rimasta tranquillamente immobile sul lettino operatorio per tutta la durata dell’intervento. Nel 2018 il reparto astigiano ha utilizzato per primo al mondo l’ipnosi per gestire l’analgo-sedazione nell’impianto di un defibrillatore sottocutaneo. Da allora la tecnica è diventata routine ed è già stata utilizzata ad Asti su oltre 2.000 pazienti in tutte le procedure di elettrofisiologia interventistica. Tale esperienza è stata divulgata in congressi europei ed è stata oggetto di pubblicazione su riviste scientifiche cardiologiche internazionali, tra cui la Rivista della Società Americana di Aritmologia. 

A distanza di un anno, alla fine dell’estate 2024, il percorso di cura di Romina ha richiesto ancora un intervento della Cardiologia astigiana per il posizionamento di un pace-maker: «Ora finalmente gestisco la quotidianità in modo più sereno e sono fiduciosa nel futuro», commenta la paziente.

La Cardiologia dell’Asl AT è tra le poche in Italia ad eseguire interventi di alta complessità sia negli adulti sia nei bambini e, ancor più, in pazienti affetti da cardiopatie congenite. Collabora, infatti, con l’Ospedale infantile Regina Margherita di Torino, il Gaslini di Genova, il Sant’Orsola di Bologna e il Meyer di Firenze. Su un totale di circa 420 ablazioni transcatetere all’anno, il 66% dei pazienti afferisce dal resto del Piemonte e d’Italia. 

In Piemonte l’innovazione a servizio dell’umanità

Le esperienze dei due nosocomi del Piemonte, l’ospedale Santa Croce e dell’Ospedale Cardinal Massaia, rappresentano un modello per il futuro della medicina: un equilibrio tra tecnologia avanzata e approcci centrati sul paziente. Entrambi i casi dimostrano che l’umanizzazione delle cure, l’innovazione e la formazione continua sono elementi chiave per rispondere alle sfide della sanità moderna.

Il Commissario dell’ASL TO5, dottor Bruno Osella, aggiunge: «Una chirurgia che pone al centro l’umanizzazione delle cure è essa stessa un’innovazione. Un servizio di qualità non deve solo erogare prestazioni tecnicamente perfette ma deve saper considerare il paziente nel suo complesso, salvaguardandone al massimo la qualità della vita

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Debora Pasero
Giornalista, amministratore di Scoprinetwork srl, appassionata di comunicazione politica e d'impresa, da vent'anni ogni mattina mi nutro di pane e comunicazione

By Debora Pasero

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