By Debora Pasero
Negli ultimi anni, il sushi ha conquistato il palato di milioni di persone in tutto il mondo. Questo piatto tradizionale giapponese, a base di pesce crudo, che unisce sapori semplici e freschi a una presentazione raffinata, è considerato da molti una scelta alimentare salutare. Ma il sushi è davvero un’opzione nutrizionale vantaggiosa come sembra?
Il sushi si presenta sotto diverse forme, dalle semplici fette di pesce crudo servite come sashimi, ai roll più elaborati che combinano pesce, riso, verdure e alghe. L’elemento che lo rende interessante dal punto di vista nutrizionale è proprio la sua versatilità. Pesci come salmone, tonno e sgombro, spesso protagonisti dei piatti di sushi, sono ricchi di acidi grassi omega-3, che svolgono un ruolo cruciale nella salute cardiovascolare. Gli omega-3, infatti, sono noti per ridurre l’infiammazione, migliorare la funzione cerebrale e ridurre i livelli di trigliceridi nel sangue.
Sushi alleato della dieta?
Un altro aspetto che rende il sushi interessante è il suo relativamente basso contenuto calorico, specialmente nei piatti più semplici. Un nigiri o una porzione di sashimi forniscono proteine di alta qualità e pochi grassi, risultando una scelta leggera ma saziante. Tuttavia, la situazione cambia quando si opta per roll più elaborati. I roll fritti o accompagnati da salse ricche, come la maionese o il formaggio cremoso, possono trasformare un pasto apparentemente leggero in un piatto ipercalorico. Un roll tempura, ad esempio, può superare facilmente le 500 calorie, aumentando anche il contenuto di grassi saturi.
Un altro elemento critico è il riso bianco utilizzato nel sushi. Nonostante il riso sia una buona fonte di carboidrati, il suo indice glicemico è piuttosto elevato, il che significa che può causare rapidi picchi nei livelli di zucchero nel sangue. Questo effetto può essere particolarmente problematico per chi soffre di diabete o ha difficoltà a gestire gli zuccheri nel sangue. Per chi desidera un’alternativa più salutare, alcuni ristoranti offrono sushi preparato con riso integrale, che ha un impatto glicemico inferiore e contiene più fibre.
Il sushi può essere una scelta interessante anche per chi è attento alla linea, ma è importante tenere conto delle porzioni. I roll di sushi, nonostante le dimensioni apparentemente piccole, possono essere ingannevoli in termini di calorie, soprattutto se si consumano con abbondanza. Per una scelta più leggera, si può optare per il sashimi, che offre solo pesce crudo senza riso, oppure per nigiri con riso in quantità moderate.
Pesce crudo sì, ma con attenzione
Nonostante i suoi numerosi benefici, il sushi presenta anche dei rischi. Uno dei principali riguarda il consumo di pesce crudo, che comporta il rischio di contaminazioni batteriche o parassitarie, come quelle causate dall’anisakis. Per questo motivo, è fondamentale affidarsi a ristoranti che garantiscano l’uso di pesce freschissimo e ben conservato. Inoltre, pesci come tonno e pesce spada, spesso presenti nei menu di sushi, possono contenere livelli elevati di mercurio. Per ridurre l’esposizione a questo metallo tossico, gli esperti raccomandano di consumare questi pesci con moderazione, preferendo varietà con un minor contenuto di mercurio come il salmone o i gamberi.
Insomma per rispondere alla domanda: sushi è un alimento sano? Possiamo sicuramente dire che sia parte di un’alimentazione sana, a patto che si facciano scelte consapevoli. Preferire pesce crudo fresco e non fritto, limitare le salse e variare i tipi di pesce consumati sono buone pratiche per beneficiare al massimo di questo piatto. Tuttavia, è sempre importante essere consapevoli dei potenziali rischi legati al consumo di pesce crudo e ai possibili eccessi di calorie nascoste.
Redazione 
Enrico Defilippi