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La giusta “dose”. Quando lo zucchero diventa letale?

Gelati, torte, caffè, biscotti, merendine, bibite, tutti alimenti che contengono un’elevata quantità di zucchero

La lista si fa lunga, senza contare tutto quello che, dopo essere stato ingerito, si trasforma in glucosio. A prima vista sembrerebbe tutto normale. Ci si abitua ai sapori e, con il tempo, se ne diventa dipendenti tanto da trovare i cibi insipidi senza la “giusta” dose di zucchero o sale, ma questo tipo di alimentazione produce i suoi effetti e non sono tanto belli. Si definisce insulino-resistenza e succede quando le nostre cellule diventano progressivamente meno sensibili all’azione dell’insulina.


Che cos’è l’insulina?


Per favorire lo scambio del glucosio dal sangue alle cellule dei tessuti muscolari e adiposi, visto che in giusta misura è il loro nutrimento, ed impedire, quindi, che il livello ematico degli zuccheri diventi troppo alto è necessario che un ormone, l’insulina, possa operare correttamente per contenere la glicemia sotto il livello di guardia.
Occasionalmente la risposta insulinica ad un eccesso di glucosio nel sangue è compensata da iperinsulinemia prodotta dal pancreas, ma, quando le cellule pancreatiche deputate a produrre l’ormone di contrasto dell’aumento costante di glicemia vengono a soffrire per l’eccesso di lavorio, essa si traduce in una sempre minore sensibilità all’azione insulinica e quindi ad un sempre maggior bisogno di questo ormone per equilibrare gli zuccheri nel sangue.

Inizialmente l’esame della glicemia può non rilevare uno stato patologico, almeno finché l’insulino-resistenza non diventa una costante, ma poi è come incamminarsi verso un percorso che ha come sbocco il diabete mellitodi tipo II e l’esame del sangue rivelerà che quello che era un semplice aumento di glicemia post-prandiale, con l’usura della cellule pancreatiche beta, si trasformerà progressivamente in iperglicemia a digiuno.


Oltre a ciò, di per sé già assai grave, l‘insulino-resistenza è responsabile di altri scompensi: rialzo dell’idrolisi dei trigliceridi nell’adipe, decremento della captazione di glucosio nei muscoli, attenuazione del glicogeno, cioè delle riserve energetiche, maggior lavoro del fegato per bilanciare l’esubero di grassi nel sangue, deterioramento delle cellule beta del pancreas.

Le cause dell’insulino-resistenza


Causa dell’insulino-restenza non è solo l’alimentazione: esse possono essere ormonali, sia nella produzione insulinica sia per proliferazione ormonale di contrasto ad essa, genetiche, ereditarie e farmacologiche.
Ma vediamo quello che dipende strettamente dal nostro stile di vita.
Va da sé che la dieta è molto importante, non solo per l’assunzione diretta di zuccheri larghissimamente usati nell’industria alimentare, ma anche riguardo a tutto ciò che, una volta ingerito, si traduce in grasso bianco.
Si è già detto come un eccesso di grasso ventrale rilasci sostanze infiammatorie quali interluchina 6 e tnf alfa, in più, quando le cellule adipose si ingigantiscono, alla fine soccombono provocando un aumento dello stato infiammatorio causato dai macrofagi che cercano di combattere la degenerazione cellulare creando così una spirale che si autoalimenta.
Il moltiplicarsi del grasso ha contraccolpi diretti sul fegato in quanto riduce la sua capacità di metabolizzare l’insulina con l’effetto di aumentarne la saturazione nel sangue, ergo intensificazione della glicemia e insulinemia.
Questo il circolo vizioso dell’insilino-resistenza.


Che fare per quella che sta diventando una malattia sociale dovuta anche alle abitudini alimentarie a stili di vita apparentemente sani?


Fatto salvo il controllo medico per le origini di carattere patologico, occorre innanzitutto selezionare gli alimenti. Viviamo incamerando un eccesso di zuccheri nel sangue dovuto a carboidrati, alcol, dolcificanti e grassi. Tutto ciò va dosato in base a cosa ci dice la bilancia, al girovita ed alle calorie consumate durante la giornata. Spesso non ci accorgiamo neppure di ingurgitare zuccheri e siamo sinceramente stupiti dagli scompensi della nostra curva glicemica. Mangiare caramelle, merendine, snack, bibite, compresi i succhi di frutta, salse, gelati, caffè troppo dolci, sono gesti ricorrenti che non prendiamo neppure in considerazione, ma che invece, a lungo andare, producono danni seri. Ultima considerazione: occorre smaltire quello che si ingerisce, vuoi in palestra o anche meglio attraverso attività aerobiche. Prendiamoci un po’ di tempo nella nostra giornata per fare un regalo alla nostra salute: concediamoci una camminata di mezz’ora.

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Redazione

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