Oltre 3 milioni di italiani soffrono di disturbi alimentari: la maggior parte sono ragazze dai 15 ai 25 anni. Il binge eating disorder colpisce invece la maggior parte dei giovani adulti dai 35 ai 50 anni. Ma che ruolo hanno i social in tutto questo?
I social protagonisti dei disturbi alimentari
Facebook, Instagram e il popolarissimo TikTok hanno un duplice potere: se da un lato avvicinano le persone, facendo in modo che condividano passione e interesse dall’altro possono rafforzare comportamenti pericolosi. Anoressia, bulimia, vigoressia e il binge eating disorder: sono solo alcuni dei DCA, i disturbi del comportamento alimentare.
Ragazze e ragazzi magri, troppo magri che rasentano l’anoressia ossessionati da un’eccessiva magrezza. Attori principali di sfide pericolose che mettono a repentaglio la loro vita.
Vecchi e nuovi: i disturbi che più colpiscono i ragazzi
Molte volte questi termini vengono usati anche in malo modo, con una connotazione negativa. Una ragazza magra è per forza anoressica, una grassa è sicuramente vittima del binge eating disorder. Sensibilità assente o un giudizio affrettato? Sta di fatto che non sono solo questi i disturbi che più colpiscono i giovani.
La vigoressia è stata in gran parte protagonista dei social. Si tratta di una vera e propria ossessione per il corpo muscoloso: sono sempre di più i fit influencer su Instagram . Il problema però non è l’aumento di influencer. Il messaggio che trasmettono è giusto: mens sana in corpore sano, dicevano i latini. Il problema è la mancanza di controllo, di un limite imposto, di evitare l’eccesso. Troppe volte però storie e post con bibitoni dimagranti, creme miracolose, pastiglie perdi peso al centro delle sponsorizzazioni degli influencer.
Fragilità e social media
I ragazzi e le ragazze più fragili potrebbero intravedere nei loro modelli social canoni estetici che sono difficilmente raggiungibili. Ed è proprio la fragilità che fa rincorrere una perfezione mediatica inesistente o raggiungibile con rinunce incontrollabili.
Secondo la Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare negli ultimi 19 mesi i casi sono notevolmente aumentati, complice anche la pandemia facendo abbassare notevolmente l’asticella dell’età ai 12 anni.
Il Wall Street journal ha invece accusato TikTok di incentivare i giovanissimi a sfide estreme che comportavano la perdita di peso: da parte sua TiktTok però ha risposto che sta già lavorando a un sistema di controllo sempre più volto alla tutela dei più giovani.
Un nuovo modello per combattere i disturbi alimentari
Il problema non sono i social. McLuhan diceva “il media è il messaggio”. Anche se in questo caso il messaggio che viene lanciato si riferisce all’eccessivo, al troppo, all’esagerare in tutto. Ed è così che media ad alto potenziale vengono demonizzati e additati di essere troppo influenti nelle vite dei più giovani. Manca forse un controllo? Un’educazione alimentare più vicina ai ragazzi? Forse così ci sarebbero meno fiocchetti lilla e ragazzi più consapevoli e meno inclini all’autodistruzione. Perché dai disturbi alimentari si può guarire, con difficoltà ma si può fare. Perché anche in questo caso la volontà di “ voler fare” vince anche i mostri più paurosi.