UN PROGETTO DI

Riconoscere i segnali d’allarme del melanoma in crescita

4.000 uomini e 3.000 donne: sono questi i numeri dei decessi attribuiti al melanoma cutaneo secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità, solo nell’ultimo quinquennio. In altre parole, i tassi medi di mortalità sono rispettivamente di 5 e 6 su 100.000 abitanti l’anno.

Il melanoma è una forma di tumore molto aggressiva che si diffonde ad altri organi in maniera molto rapida. La prevenzione è uno strumento importante che salva la vita perché permette di individuare precocemente il tumore. Il 6 maggio è il Melanoma Day, una giornata dedicata alla sensibilizzazione delle persone sui pericoli di questa malattia e sulle norme di prevenzione da adottare.

In occasione del Melanoma Day, il dott. Franco Castelli, responsabile dell’unità operativa di dermatologia dell’Ospedale Koelliker ha preparato 10 consigli utili a riguardo.

I raggi UV provocano gravi danni alla pelle, soprattutto nei primi 20-25 anni di vita, se non viene protetta nel modo corretto. Si consiglia di non scottarsi in età giovanile ed adolescenziale e anche di evitare lettini e lampade UV artificiali. Questi ultimi aumentano infatti la percentuale di sviluppo del melanoma o di altri tipi di cancro alla pelle.

Fare prevenzione significa anche iniziare a controllare i nevi a partire dai 12 anni, perché, anche se nei bambini e adolescenti, il melanoma è rarissimo, è possibile comunque trovare situazioni potenzialmente pericolose. Se da un lato, a partire dai 18-20 anni di età è importante fare le visite dermatologiche una volta all’anno, dall’altro è altrettanto essenziale abituarsi all’auto osservazione dei nei. Il melanoma, infatti, nel 30% dei casi insorge su un nevo preesistente, mentre il 70% insorge ex-novo. Nel momento in cui si pratica l’autoesame, occorre ricordarsi di controllare anche le muscose e i nevi di recente insorgenza o in rapido accrescimento.

Fattori di rischio per l’insorgenza del melanoma

I nevi sospetti, spesso ma non sempre, seguono la regole dell’ABCDE. L’acronimo indica un metodo utilizzato per individuare un potenziale melanoma, attraverso l’osservazione di 5 caratteristiche che possono possedere i nei. I melanomi sono generalmente asimmetrici, con bordi frastagliati e con più colori tra cui nero, rosso, blu, etc. Hanno dimensioni oltre i 5-6 mm di diametro che però evolve, raddoppiandosi o triplicandosi in un anno.

La familiarità è tra i principali fattori di rischio che determinano la probabilità di sviluppare un cancro alla pelle. Se ci sono stati casi di melanoma in famiglia, aumenta la possibilità di insorgenza. Inoltre, chi ha già avuto un melanoma, la percentuale che si ripresenti è più alta rispetto alla popolazione generale. Le persone con un elevato numero di nevi sono più soggette alla formazione di un melanoma, anche se la maggior parte dei nei non diventa cancerosa. Dal momento che le scottature solari costituiscono un altro fattore di rischio, chi ha un fototipo chiaro e quindi una pelle chiara che offre meno protezione rispetto a quella scura, è più soggetta ai danni dei raggi UV. Le persone che assumono farmaci immunosoppressori son più soggetti di altre alla formazione di questo tipo di tumore, proprio perché un sistema immunitario compromesso può essere meno efficace nel riconoscere e distruggere le cellule tumorali.

Grazie all’esame dermatoscopico in epiluminescenza, è possibile effettuare un controllo efficiente ed accurato per eseguire la mappatura dei nevi nei pazienti che ne presentano più di 40.

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Vittoria Savino

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