In occasione del 20 novembre, Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini, il Piemonte si trova a riflettere su un triste primato: 34 comuni della regione non hanno residenti sotto i 3 anni. Questo dato, tratto dall’ultimo rapporto dell’Atlante dell’Infanzia a Rischio di Save the Children, pone l’accento su una crisi demografica e sociale che potrebbe avere conseguenze gravi sul futuro del territorio (Save the Children). La giornata mondiale dedicata ai bambini, che celebra il diritto a crescere in un ambiente sicuro e inclusivo, offre l’occasione per analizzare le radici di un fenomeno che in Piemonte appare particolarmente preoccupante.
Il quadro demografico e sociale del Piemonte
Negli ultimi vent’anni, il Piemonte ha registrato un calo delle nascite del 20%, come evidenziato dai dati ISTAT. La mancanza di bambini in 34 comuni è il risultato di una combinazione di fattori: il progressivo invecchiamento della popolazione, la migrazione dei giovani verso i centri urbani e la riduzione delle opportunità nelle aree rurali. Questi elementi hanno generato un circolo vizioso di spopolamento, dove la diminuzione delle nascite comporta la chiusura di scuole e servizi essenziali, rendendo sempre meno attrattive le piccole comunità.
Secondo il rapporto regionale della Regione Piemonte, la carenza di infrastrutture come scuole, trasporti e servizi sanitari penalizza ulteriormente i piccoli comuni. In un contesto in cui il costo della vita aumenta e le opportunità lavorative sono limitate, molte famiglie scelgono di trasferirsi altrove, lasciando intere comunità senza nuove generazioni (Regione Piemonte).
La Giornata Mondiale dei Bambini è un momento per riflettere non solo sui diritti dei più piccoli, ma anche sul loro futuro in un territorio che rischia di privarli delle condizioni necessarie per crescere e svilupparsi.
Attualmente, solo il 32,7% dei bambini e delle bambine di età compresa tra 0 e 2 anni riesce ad accedere a un posto negli asili nido in Piemonte. Tuttavia, grazie ai fondi del Pnrr, la situazione è destinata a migliorare. Secondo un rapporto di Save the Children, la regione riceverà un finanziamento di 158,37 milioni di euro, che consentirà un significativo aumento della disponibilità di posti negli asili.
Tra i dati più rilevanti, si prevede un incremento di 10 punti percentuali a Biella, dove l’offerta attuale passerà dal 41,5% al 51,9%. A Torino l’aumento stimato è del 6%, portando la copertura dal 35,8% al 41,8%. Miglioramenti significativi sono attesi anche a Vercelli (+13,5%), Novara (+9,8%), Verbania (+16,4%), Asti (+12,6%), Alessandria (+4,1%) e Cuneo (+10,1%).
Lo studio sottolinea inoltre un problema di sovraccarico per i pediatri della regione: in media, ciascun pediatra piemontese potrebbe dover seguire 1.281 bambini, un numero nettamente superiore alla media nazionale di 993 bambini per medico. Questi dati evidenziano la necessità di interventi strutturali non solo per aumentare i posti negli asili nido, ma anche per migliorare l’accesso a servizi sanitari fondamentali per l’infanzia.
Le proposte per politiche a favore di bambini
In un momento in cui si celebra l’importanza dei diritti dei bambini, è essenziale pensare a politiche che possano invertire il trend demografico in Piemonte. Save the Children sottolinea la necessità di politiche di sostegno alla famiglia, come incentivi economici, agevolazioni fiscali e accesso a servizi educativi di qualità. Anche la Regione Piemonte sta lavorando per rendere più attrattivi i piccoli comuni attraverso investimenti in infrastrutture e progetti di rivitalizzazione economica (Save the Children, Regione Piemonte).
Iniziative locali come il rilancio delle scuole rurali, la creazione di spazi educativi innovativi e il sostegno all’occupazione giovanile potrebbero rappresentare soluzioni concrete. Inoltre, la valorizzazione delle risorse locali, come il turismo sostenibile e l’agricoltura, potrebbe stimolare un rinnovato interesse per queste aree.
Molti giovani lasciano i piccoli comuni per cercare migliori opportunità lavorative nelle città o all’estero. La mancanza di infrastrutture adeguate, come scuole, trasporti e servizi di base, rende meno attrattive le aree rurali. Allo stesso tempo, il costo della vita e la precarietà lavorativa scoraggiano le coppie dal mettere al mondo figli. Questi fattori si combinano per creare un quadro complesso, dove le difficoltà economiche e sociali si intrecciano, rendendo sempre più difficile per i piccoli comuni sopravvivere e prosperare.
L’assenza di bambini nei comuni piemontesi ha infatti ripercussioni significative sul tessuto sociale ed economico. Senza bambini, le scuole chiudono, e senza scuole, le famiglie giovani non trovano motivi per rimanere o trasferirsi in quei luoghi. Questo circolo vizioso accelera lo spopolamento, con effetti devastanti sulla vitalità delle comunità. Anche attività economiche legate al territorio, come piccole imprese familiari o aziende agricole, risentono della mancanza di forza lavoro giovane e di consumatori locali.
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