Prendere il testimone per passarlo alle nuove generazioni, per non dimenticare la storia che è stata. Sono 5 le ragazze santenesi che dal 10 al 18 febbraio partiranno con il Treno della Memoria. Un progetto che da oltre dieci anni porta migliaia di ragazzi delle scuole superiori in visita ai campi di Auschwitz e Birkenau, per creare un passaggio di testimone tra i protagonisti di ieri e le nuove generazioni perché il patrimonio di ideali e tragici ricordi, non vada perduto con la progressiva e inesorabile perdita dei testimoni diretti dell’epoca.
«Il Comune di Santena ha deciso di aderire pagando parte della quota del viaggio delle studentesse – spiega Paolo Romano assessore alla Cultura di Santena – Il Treno della Memoria, organizzato dall’associazione Terra del Fuoco, è un’iniziativa che ha come punto cardine l’educazione fra pari e la creazione di “messaggeri”, che siano in grado con la propria testimonianza di tramandare la memoria della II° Guerra Mondiale e della Shoà, promuovendo il diritto e dovere che ogni ragazzo ha nei confronti della generazioni future».
Le ambasciatrici di Santena sono: Arianna Bosio, 18 anni che frequenta la classe di Biotecnologia Sanitaria al Gobetti, Sara Domenico, 18 anni, Lisa Jorminolo, 18 anni, e Rebecca Fischietti, 17 anni dell’Istituto Comprensivo Superiore Norberto Bobbio di Carignano, Chiara Sanna, 18 anni dell’Istituto Vittone di Chieri.
«Il 27 gennaio è la data riconosciuta come il giorno dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, nata per non dimenticare la Shoah, le leggi razziali, le deportazioni e coloro che si sono opposti al progetto di sterminio – rammenta Romano – Il viaggio verso Cracovia vuole essere un percorso nella memoria alla scoperta di una pagina di storia che spesso non trova abbastanza spazio nei testi scolastici».
A rendere ancora più vicino e tangibile questo tema è la presenza di testimoni, ex deportati e partigiani, che incontreranno gli studenti nelle giornate introduttive al viaggio: «Si tende a dimenticare le tragedie – commenta Sara Domenico – Il razzismo si tende a non vederlo ma c’è. Un’esperienza così è un viaggio che fa maturare e che cambia da dentro». Prosegue Chiara Sanna: «Auschwitz è un simbolo. Un luogo da visitare almeno una volta. Dove empatizzare quello che è successo e combattere perché non accada più».
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