La scuola diventa uno spazio aperto. Il progetto realizzato da Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini dello studio C+S Architects diventa realtà. I prototipi di queste nuove scuole circolari ed eco sostenibili, o NZEB (Nearly Zero Energy Building), verranno costruiti in Veneto, Piemonte e Friuli e sono indirizzati a tutti i livelli d’istruzione: un asilo nido a Venaria Reale (Torino), una scuola primaria a Conegliano (Treviso) e una scuola secondaria a Cervignano (Udine).
In antichità, il cerchio era considerato la forma della perfezione e, per secoli, le città sono state costruite su base circolare. Ecco perché la scelta di questa forma, simbolo di unità e coesione sociale.
L’Istituto Tecnico Malignani, in Friuli, sarà finanziato con 7,5 milioni di euro dal Miur. La scuola comprenderà 10 aule e potrà ricevere 250 studenti. Concepita come “una piazza interna”, la scuola sarà costruita su doppia altezza. Al piano terra uno spazio d’incontro informale per gli studenti provvisto di biblioteca, auditorium, aule studio e laboratori. Una scala a chiocciola e un ascensore portano a un ballatoio al primo piano che si affaccia sulla piazza centrale, qui si troveranno 10 aule, servizi igienici, aule docenti e uffici amministrativi.
Sostenibilità energetica alla base del progetto
Grande importanza è stata data alla sostenibilità energetica del progetto grazie all’utilizzo di materiali eco-compatibili e smontabili. In
In questo modo, oltre alla circolarità del layout, la struttura stessa e tutti i suoi materiali sono riutilizzabili garantendo anche una circolarità costruttiva. Cappai e Segantini hanno tenuto corsi come il visiting professors in varie università rinomate. La loro ricerca e realizzazione di scuole hanno contribuito a riscrivere le linee guida del Ministero su come vengono progettate le scuole italiane. Questi ambienti sono molto più di un luogo di istruzione, considerati la spina dorsale della città e quindi la vera identità delle comunità.
“città dense” e “città diffuse” sono i modelli urbani sottoposti a processi di erosione dello spazio. Se le prime sono descritte come omologate da brand globali, con uno spazio pubblico uniforme e scarsa libertà di iniziativa da parte della comunità, le seconde sono caratterizzate dalla mancanza di interni urbani, con lo spazio pubblico residuo di processi di privatizzazione e zonizzazione.
Oltre a Cappai e Segantini, al progetto hanno partecipato Stefano di Daniel (Project Manager) C+S Architects, lo studio Archest per il calcolo strutturale, la sicurezza e i computi, Seingim per il progetto impiantistico e le pratiche dei Vigili del Fuoco.
Fonte: Comunicato Stampa